Belpietro testimonial per salvare il convento di Monterosso
Una luce nel buio. Questo rappresenta - o potrebbe rappresentare - il censimento indetto dal Fai (Fondo Ambientale Italiano) per il Convento di Monterosso, da anni bersaglio inerte di piccoli e grandi cataclismi. Muri crollati, cedimenti, chiusura di alcune tra le vie d'accesso: i soldi per mettere a posto il luogo di culto non si sono mai trovati, e col passare del tempo la situazione è lentamente peggiorata, tanto da convincere i frati Cappuccini che lo abitano a chiedere che il Convento sia proclamato «Luogo del Cuore» e inserito all'interno di un programma di tutela e protezione. Soldi il Fai non ne darà, ma l'occasione di comparire in una vetrina utile poi a chiedere fondi al ministero dell'Ambiente è imperdibile. «Bastano voti, non firme, per far sì che il nostro Convento, perla delle Cinque Terre, venga riconosciuto monumento di rilevanza nazionale» spiega Fra Renato facendo riferimento all'iniziativa del Fai, attiva fino al prossimo 15 novembre. E dunque il progetto dei “Luoghi del Cuore”, con cui Fai e Intesa Sanpaolo provvedono a salvaguardare il luogo più amato d'Italia, sembra essere l'ultima speranza. «I disastri dell'ultimo periodo ci hanno messo a dura prova: l'anno scorso le piogge hanno fatto danni per oltre 500mila euro e quest'anno non sta andando meglio» continua Fra Renato. E conclude amaro: «È un peccato che un luogo del Seicento, ricco d'arte e di storia, venga dimenticato così». L'alternativa all'abbandono c'è: votare il Convento dei Cappuccini nella campagna lanciata dal Fai. Basta poco, un clic online (sul sito iluoghidelcuore.it), oppure una penna con cui compilare il modulo firme scaricabile dal sito «www.conventomonterosso.it». Nessuna donazione o impegno per la vita è richiesto a chi vota. Sottoscrivere la causa dei frati di Monterosso con una firma è un atto pro forma slegato dal credo del singolo e aperto a chiunque, anche ai minori riuniti in scuole, associazioni culturali e sportive o gruppi di preghiera capitanti da un adulto garante. Don Gino Rigoldi e il direttore di «Libero» Maurizio Belpietro, proprio in questi giorni, si sono assunti l'onere e l'onore di prestare il proprio volto al Convento di Monterosso per sponsorizzarne nome e bontà. «Testimonial», come li chiamano i frati Cappuccini, di un luogo chiave per il Paese, hanno già votato perché il Convento vinca la sua battaglia. «Ho scelto il Convento dei Frati Cappuccini - spiega il direttore Belpietro dopo aver dato il suo voto - perché, oltre ad essere un luogo del cuore, è un luogo dell'anima. È difficile trovare un posto in cui ascoltare le esigenze del proprio spirito e non quelle materiali. Ad ascoltare i canti dei frati Cappuccini mentre si guarda il mare di Monterosso e ci si perde nella natura meravigliosa che lo circonda si rimane estasiati. Se c'è un luogo per riflettere e pregare, questo è il Convento di Monterosso. Ecco perché bisogna preservarlo». di CLAUDIA CASIRAGHI