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Yara, due peli sul suo cadavere appartengono allo stesso uomo

Gian Marco Crevatin
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Delle 200 tracce pilifere trovate sul corpo di Yara Gambirasio, almeno due apparterrebbero a una sola persona. Non si sa ancora di chi siano, quel che è stato appurato è che non appartengono a Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dell'omicidio della piccola Yara. Una casualità o l'ombra di un complice? Se non per il presente, l'esito dell'analisi dei consulenti del pm Letizia Ruggeri, Carlo Previderè e la sua collaboratrice Pierangela Grignani dei laboratori di Medicina Legale e Scienze Forensi dell'Università di Pavia, può essere utile per il futuro.  Le difficoltà nelle indagini - Questi rilevamenti, tuttavia, non sono al momento sufficienti per avallare l'ipotesi di un complice: le tracce potrebbero essere arrivate sul campo di Chignolo d'Isola anche portate dal vento, e in maniera quindi casuale. E' molto difficile anche indicare di chi siano, dato che è stato possibile isolare solo il Dna mitocondriale e non quello nucleare, che identifica una persona. Davanti ad un eventuale sospettato, si confronterebbero i due Dna mitocondriali, che invece individuano un gruppo familiare attraverso la linea materna.

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