Milano, uccide la ragazza strangolandola. Era stata accoltellata già nel 2006
Uccide, strangolandola, la sua ragazza. Poi alza la cornetta del telefono e chiama un amico: "Cosa faccio, adesso?". Una storia dell'orrore nel pieno centro di Milano, a pochi passi dal Duomo, dove un uomo di 42 anni ha ucciso la sua donna, che solo due mesi fa era stata salvata dalle violenze dell'uomo dopo una segnalazione dei suoi vicini. Questa volta, però, non c'è stato nulla da fare: l'uomo è già stato arrestato. L'arresto - L'omicida si chiama Gianni Maggioncalda, residente in una zona del centro storico del capoluogo Lombardo, in via della Commenda 28. E' stato arrestato nella serata di domenica 19 ottobre, con l'accusa di aver ucciso la sua fidanzata, Sonia Trimboli. L'uomo, come detto, non era nuovo a episodi di violenza domestica, almeno stando a quanto raccontano i suoi vicini di casa. Due mesi fa, infatti, la donna è scappata di casa coperta di sangue per trovare rifugio in casa di un vicino, che ha poi rapidamente chiamato i soccorsi. La telefonata - La furia dell'uomo, questa volta, le è costata la vita: è stata uccisa nell'appartamento all'ultimo piano della casa in Via della Commenda, zona Porta Romana. Poi la teleffonata amico, a cui ha detto: "L'ho uccisa io, adesso cosa faccio?". L'uomo, poi, è andato a sedersi a pochi metri dalla Basilica di Sant'Ambrogio. Qui è stato ritrovato dalla polizia, che dopo essere stata allertata dall'amico dell'omicida, lo ha rintracciato attraverso il suo stesso cellulare. Sul luogo del delitto, un'agente della scientifica ha sequestrato un elastico da portapacchi, probabile arma del delitto avvenuto per strangolamento. L'uomo è conosciuto in tutto il quartiere: infatti il padre gestisce un negozio di riparazione di gioielli e di orologi in via della Commenda. Si tratta di persone conosciute, a Porta Romana, mentre la famiglia della donna sarebbe originaria della zona dei Navigli. Il ritrovamento - Il corpo della donna è stato trovato dal padre dell'omicida, che ha quindi subito chiamato il 113. L'arrivo della polizia è stato registrato alle 21; il cadavere è stato portato all'obitorio di piazzale Gorini intorno a mezzanotte. Insieme all'elastico da portapacchi, la Scientifica ha raccolto anche uno smartphone. I rilievi dei poliziotti sono proseguiti fino all'alba; l'appartamento è stato sequestrato e gli investigatori devono ancora sentire altri famigliari e amici della coppia. Un crimine annunciato - Parecchie testimonianze riferiscono dei frequenti litigi della coppia: le discussioni che iniziavano con urla e insulti, spesso terminavo in scontri fisici o lanci di oggetti. Un vicino di casa racconta, infatti, di ricordare bene un litigio finito con lanci di bottiglie di vino. Il fidanzato ha trascorso ore in Questura, sentito dal pm di turno Giancarla Serafini insieme agli investigatori della settima sezione dell'Ufficio prevenzione generale, guidato dal primo dirigente Maria José Falcicchia. Il caso del 2006 - La donna non è purtroppo nuova a fatti di cronaca nera: a fine maggio 2006, infatti, attorno alle 13, Sonia Trimboli, all'epoca 34enne e residente con il padre in viale Bligny 58, era entrata in un palazzo noto per prostituzione, spaccio, immigrazione clandestina. Secondo il padre, vi era andata per recuperare un cellulare rubato, ma gli inquirenti si convinsero che voleva invece acquistare cocaina. Sonia aveva incontrato per strada un marocchino, Said El Harti, dal quale aveva comperato la droga, poi era salita con lui nel suo appartamento. A loro si era unito Adel Ben Boughani, tunisino di 26 anni, conosciuto come Adam. Sonia aveva simpatizzato con Adam e i tre avevano fumato cocaina. Poi Adam si era allontanato per prendere qualcosa in un altro appartamento. A questo punto Said si era gettato su Sonia, cercando di violentarla. Adam era tornato, aveva visto la lotta e aveva cercato di difendere la donna. Said a quel punto aveva estratto un coltello, uccidendo Adam mentre Sonia cercava di scappare per le scale. Mentre fuggiva, la ragazza era stata raggiunta dal marocchino, che l'aveva accoltellata alle spalle, ferendola in modo abbastanza serio.