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Scuola, la corte europea: stabilizzare 250mila precari

Eliana Giusto
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La Corte di giustizia europea ha bocciato il sistema delle supplenze utilizzato nella scuola statale italiana. "La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell'Unione", ha sentenziato in una nota: "Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato". Tradotto: 250mila precari della scuola possono chiedere la stabilizzazione e risarcimenti per due miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante. Le conseguenze - Sarà richiesto, come già riconosciuto dalle Corti di Appello, il pagamento degli scatti di anzianità per il periodo di precariato nonchè le mensilità estive per un ammontare che potrà essere superiore a 20mila euro. La sentenza avrà effetti sul sistema di assunzioni nell'amministrazione pubblica. "Quella scritta oggi a Lussemburgo è una pagina storica che pone fine alla precarietà nella scuola e in tutto il pubblico impiego: ora è assodato che non esistono ragioni oggettive per discriminare personale docente e Ata assunto a tempo determinato nella scuola italiana dal 1999". Così Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.

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