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Usura, arrestata la ex moglie di De Rossi: avrebbe fatto sequestrare e seviziare un creditore

Nicoletta Orlandi Posti
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C'è anche l'ex moglie del calciatore della Roma Daniele De Rossi, Tamara Pisnoli, tra le otto persone arrestate dai carabinieri nell'ambito dell'inchiesta relativa all'imprenditore romano sequestrato e seviziato. Secondo gli investigatori il pestaggio sarebbe avvenuto nell'appartamento della 31enne all'Eur. La donna, il cui padre venne ucciso nel 2008 da alcuni complici con cui aveva messo a segno svariate rapine, è agli arresti domiciliari. Guarda le foto nella Gallery Il sequestro - L'indagine è scaturita dalla denuncia contro ignoti per sequestro di persona a scopo di estorsione presentata dall'imprenditore il 20 luglio scorso presso il Nucleo Investigativo di via in Selci. Appena dimesso dall'ospedale dove era stato ricoverato per lesioni varie, l'uomo aveva denunciato ai carabinieri che la sera del 17 luglio 2013, mentre si trovava in un bar di Viale Città d'Europa, all'Eur, dove aveva un appuntamento con un amico, era stato prelevato da persone a lui sconosciute, che lo avevano caricato a bordo di un'auto e condotto in un appartamento poco distante. Lì lo avevano trattenuto per ore, malmenandolo e seviziandolo con un coltello, procurandogli ferite da taglio sulla testa al fine di indurlo a consegnare 200mila euro. Dopo alcune ore, i sequestratori lo avevano rapinato dell'orologio Rolex e di 900 euro in contanti e lo avevano rilasciato, abbandonandolo in strada, in zona Trullo. L'uomo era stato poi soccorso e ricoverato in ospedale, riportando una prognosi di 30 giorni per le fratture e ferite patite. I carabinieri hanno ricostruito che il sequestro e la spedizione punitiva era stata organizzata al fine di attuare un recupero crediti per conto terzi, inducendo in tal modo, con violenza e minacce, l'uomo a restituire dei soldi pretesi. I mandanti - I mandanti sono stati identificati in due fratelli, A.G., 30 anni, e S.G., 37 anni, entrambi con precedenti di polizia, che avevano precedentemente prestato 100mila euro alla vittima, applicando interessi usurari che avevano fatto lievitare esponenzialmente il debito. Prima del sequestro, sottoposto in più circostanze a minacce e percosse, l'uomo aveva già pagato, in 6 mesi, 343mila euro in restituzione del prestito e della quota interessi, ma ciò non era stato ritenuto sufficiente dai due usurai che pretendevano il pagamento di altri 86 mila euro. Quanto alla posizione della donna, ritenuta uno dei mandanti del pestaggio, in passato aveva acquistato dalla vittima una licenza per la produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici, pagandola 80mila euro, che, secondo gli investigatori, pretendeva le fossero restituiti con gli interessi, essendo venuto meno il suo progetto di impresa nel settore energetico. Teatro del sequestro sarebbe stata proprio l'abitazione della 31enne, situata in un condominio del Torrino, dove la vittima sarebbe stata condotta e  seviziata dai suoi sequestratori, quattro pregiudicati assoldati e usati come 'picchiatori' dai tre mandanti. Con la misura cautelare eseguita nel corso della notte, il gip ha riconosciuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico delle 8 persone coinvolte nella vicenda, tutti italiani, non riconoscendo la sussistenza del reato di sequestro di persona, ma contestando i reati di estorsione aggravata, lesioni personali, rapina e usura e disponendo il carcere per 6 persone e gli arresti domiciliari per due.

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