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Como, sesso per togliere le multe: reintegrato il vigile hard

Nicoletta Orlandi Posti
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Avevano fatto una proposta indecente a un'automobilista. Un po' come Robert Redford in quel film del 1993, solo che la Demi Moore del caso li aveva denunciati: se fai sesso con noi ti cancelliamo la multa. Così due vigili di Veniano (Como) sono stati sospesi dal servizio. E poi licenziati. E poi uno di loro è stato reintegrato al suo posto di lavoro. Già, e dire che aveva patteggiato in sede penale qualcosa come 6 mesi di reclusione per abuso d'ufficio (la pena era stata però sospesa). Ma evidentemente quella conclusione non ha convinto del tutto la magistratura comasca che lunedì scorso ha disposto il reinserimento in servizio. Così la querelle giudiziaria di Emilio Rimoldi, 54 anni, si è conclusa in un aula del Tribunale del Lavoro di Como con il deposito della sentenza, dopo che a maggio l'agente di polizia locale aveva fatto ricorso contro quel licenziamento che proprio non gli andava giù. L'ha spuntata, appunto. Certo, le motivazioni della decisione non si conoscono ancora e quindi si possono solo azzardare ipotesi. Il parere del legale - Come fa Giuseppe Gallo, avvocato del Comune lombardo, sulle pagine del quotidiano La Provincia di Como di ieri: «Credo che il giudice non potesse applicare la legge Fornero(quella che dell'articolo 18, e quindi della reintegrazione del lavoratore a seguito di un licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo, ne aveva fatto qualche anno fa una bandiera, ndr)». Bisognerà aspettare per saperne di più, insomma. Con buona pace anche di quanti in queste ore si arrovellano sulle nuove disposizioni in materia del renziano Jobs Act. Forse è stata una questione procedurale a convincere il giudice Marco Mancini che quel vigile comasco doveva tornare al suo posto di lavoro: il licenziamento di Rimoldi era stato autorizzato (e quindi firmato) dal sindaco e non dal segretario comunale di Veniano. Secondo il testo unico è compito dell'ufficio dei procedimenti disciplinari firmare l'atto di licenziamento. Tant'è. Stipendi arretrati -Adesso il piccolo borgo alle porte di Como è obbligato a reintegrarlo, e con tutte le scuse del caso. Anche perché l'amministrazione comunale dovrà corrispondere a Rimoldi gli stipendi arretrati, quelli che non gli aveva più versato a partire dall'ottobre scorso. L'unico sconto (se così si può chiamare) concesso alle casse del Municipio sono state le spese legali: per quelle il Comune è stato compensato. È andata male invece a Maurizio Caldarelli, l'altro vigile «hard» coinvolto in quell'incresciosa vicenda datata febbraio 2014. Per lui si erano scomodati ben 3 capi di imputazioni differenti (i due colleghi, infatti, erano stati accusati a diverso titolo) e al patteggiamento aveva rimediato 1 anno e 8 mesi di galera. Anche in questo caso, come successo per il collega, la pena è stata sospesa, ma i giudici lombardi avevano obbligato Caldarelli a svolgere 360 ore di lavori socialmente utili. Eppure di riottenere il suo vecchio posto di lavoro non c'è stato proprio modo. Eppure il vigile ci aveva provato. E più volte. Ma non gli sono bastati i quattro ricorsi presentati per chiedere di essere reintegrato: i suoi, infatti, sono stati costantemente rigettati. di CLAUDIA OSMETTI

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