"Italiani, venite a salvarci!". Gli scafisti chiamano le autorità italiane già prima di partire
Gli scafisti che partono dal Nordafrica per traghettare gli immigrati verso le coste italiane avvertirebbero in anticipo le autorità italiane, per sfruttarle come "scialuppe di salvataggio" a chiamata. Anzi, oltre a questo, partirebbero volontariamente con pochissimo carburante perchè sicuri di poter "scroccare" un passaggio dai mezzi della Marina Militare della Capitaneria di porto. La soffiata- La clamorosa rivelazione arriva da Graham Leese, ex consigliere speciale di Frontex, ed è stata raccolta dal britannico The Telegraph. La Marina ovviamente non agisce come un "taxi" ma è mossa da motivi umanitari e da quell'inderogabile legge del mare che impone il salvataggio di chiunque si trovi in difficoltà. Leese ha spiegato: "Secondo le mie informazioni le persone che organizzano questi viaggi della speranza spesso telefonano alle autorità italiane prima di salpare, avvertendo che i barconi sono già in rotta per la Penisola. Non imbarcano nemmeno il carburante necessario. Molti migranti interrogati una volta in Italia confermano che dopo il varo di Mare Nostrum gli scafisti libici hanno saputo di poter contare sul dispiegamento di un numero sempre maggiore di navi impegnate nelle operazioni di soccorso." Leese poi punta il dito sulle Nazioni Unite: "L'Onu ritiene che siamo moralmente obbligati a soccorrere le persone in pericolo mentre sono in mare. Questa idea però secondo me è molto pericolosa perché finisce per incoraggiare lo stesso processo a cui si vorrebbe porre fine. Alcune di queste persone sono disperate, ma la maggior parte è spinta dalla ricerca di una miglior condizione economica: non dovremmo incoraggiarli a rischiare la propria vita in mare."