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I 1.800 politici e sindacalisti con la doppia pensione a sbafo

Matteo Legnani
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Una bella pensioncina (e neanche tanto "ina") senza mai aver versato il becco di un quattrino in contributi. Non accade nel Paese di bengodi, ma in Italia (per alcuni sono sinonimi). A raccontare la vicenda è il quotidiano Italia Oggi, secondo il quale ci sono migliaia di politici e sindacalisti (la maggior parte di sinistra) che dodono del doppio assegno. A permetterglielo, scrive il quotidiano economico, è la legge Mosca, che, approvata nel 1974, ha permesso lo sbarco a circa 40 mila personaggi, compresi nomi di peso come l' ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di entrare nel paradiso delle pensioni Inps ottenute senza avere mai versato una lira di contributi. Una sorta di variazione della legge ha consentito a uno stuolo di politic, aggiungendo alla pensione da parlamentare o da sindaacalista anche quella da giornalista, i cui contributi però sono stati pagati dall' Inpgi, l' ente di previdenza dei giornalisti, cioè dai giornalisti in servizio. Lo stesso principio di rivalutazione è stato applicato anche ai non parlamentari che abbiano lavorato in nero o senza contratto o con contratto improprio in giornali politici, sindacali ecc. Accorgimento costato alle casse della previdenza dei giornalisti (Inpgi) quattrocento miliardi di lire. Scrive Italia Oggi che la leggina fu presentata per sanare la situazione di qualche centinaio di persone, che nel dopoguerra avevano lavorato per sindacati o partiti politici più o meno in nero, cioè senza che a loro nome fossero stati versati all' Inps i contributi dovuti. Bastava una semplice dichiarazione del rappresentante nazionale del sindacato o del partito e si potevano riscattare, al costo dei soli contributi figurativi, interi decenni di attività. Tra i beneficiari della legge Mosca, molti nomi della politica e del sindacato che furono: Armando Cossutta, Achille Occhetto, Giorgio Napolitano, Sergio D' Antoni, Pietro Larizza, Franco Marini, Ottaviano del Turco. In base agli ultimi dati disponibili, a godere di questo regime speciale di doppio contributo - in vista di una pensione moltiplicata per lo stesso fattore - sono 1.793 sindacalisti, dei quali ben 1.278 fanno capo alla Cgil.

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