Gentiloni parla di Lo Porto: l'aula della Camera è deserta
E' venerdì, bellezza. E può cadere un missile dell'isis sul Duomo di Milano, ma chissenefrega. E' venerdì, il giorno in cui per gli onorevoli parlamentari comincia il lungo weekend che si concluderà solo lunedì mattina. Tutti a casa in aereo, in treno, in macchina. Con qualsiasi mezzo pur di lasciare la Capitale. E sai chi se ne frega di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ucciso da un drone tra Pakistan e Afghanistan. Chi se ne frega dell'informativa del ministro degli esteri Gentiloni. In fin dei conti, loro, i politici, le dichiarazioni di rito su Lo Porto le aveva già fatte a profusione giovedì pomeriggio. Tutti a dire la loro a giornali e agenzie: povero Lo Porto qui, povero Lo Porto là; e bisogna fare luce; e serve un indagine. Il governo riferisca. Come no. Tanto loro se ne vanno a casa e tanti saluti al povero Lo Porto. Un'aula deserta, coi deputati che stamattina si potevano contare sulle dita di qualche mano, era presente al discorso con cui Gentiloni ha, appunto, informato lor signori. Gli altri, quelli scappati a casa, potranno sempre leggere le sue parole domani sui giornali comprati all'edicola sotto casa.