Mafia Capitale, il capolavoro di Ignazio Marino: 24 milioni di euro ai rom
La rabbia del quartiere contro il sindaco Marino: «Vergogna, vattene, vai a fare il fruttarolo, non ti vogliamo». Il dolore per la morte di Corazon Abordo, la mamma filippina uccisa da un rom minorenne senza patente, a Battistini, diventa sdegno e intolleranza nel giorno del funerale di Cory. Ci sono i palloncini bianchi e l'invito alla pace della comunità filippina, ma si sentono anche distintamente le voci dei romani che urlano al sindaco tutto il loro livore per una situazione ormai fuori controllo: «Via i rom. Roma è dei romani. Ripijamose Roma». Dalle borgate dimenticate di Tor Sapienza ai rioni un tempo floridi di Roma Nord, che oggi si sono risvegliate con l'incubo dello straniero: non era così fino a pochi anni fa, non c'era questa tensione. Nessuno avrebbe immaginato che i romani, così aperti e ospitali, sarebbero diventati i più feroci contestatori delle politiche del primo cittadino eletto con il centrosinistra. Eppure, Marino, che pedala ma non va oltre il centro storico (e lo dicono ormai anche gli elettori dem) è riuscito nell'impresa quasi titanica di fare convergere contro di sé un fronte sempre più ampio di oppositori. Colpa dei 24 milioni di euro spesi solo in un anno per mantenere nella Capitale i 110 campi rom, tra regolari e abusivi (li ha censiti Il Tempo) che rappresentano una vergogna per chiunque, ma non per il Comune che, per anni, ha chiuso un occhio su ciò che avveniva dentro quelle baracche. Si è scoperto, per esempio, solo di recente, grazie a un'azione capillare delle forze dell'ordine e della polizia municipale in testa, che molti di quei finti poveri che non si potevano sgomberare erano in realtà possessori di bolidi a quattro ruote e avevano in banca un tesoretto ottenuto chissà come e la parabola sul tetto. Peccato che, invece, il Comune, cioè i contribuenti romani, abbiano foraggiato quegli insediamenti magari pagando loro le utenze, come è giusto fare per chi vive davvero in miseria e non per chi nasconde le banconote nelle roulotte e manda in giro i figli piccoli a mendicare. Senza pensare alle conseguenze, e quasi parlando per spot, il Campidoglio di Marino ha invece anche lanciato la proposta di estendere il bonus casa ai rom, che consente ai meno abbienti di intascarsi dai 600 agli 800 euro in mese in modo da potere affittarsi un alloggio dell'edilizia residenziale pubblica. Ma difficilmente i nomadi abbandonano i loro insediamenti per entrare in un residence. La situazione che tanti, non solo l'opposizione, ma anche la ggente de Roma che magari prima votata a sinistra, contesta all'attuale primo cittadino, è il degrado in cui versa Roma, e il malessere dei romani, a fronte di un mucchio di soldi spesi per coccolare nomadi e immigrati. Quanti? Su un totale di 45 milioni di euro destinati alle politiche sociali per l'anno 2014, 13 milioni sono andati ai nomadi e 16 all'accoglienza degli immigrati. Quanto resta per i disabili, gli anziani o i giovani? Troppo poco, e i cittadini, paganti, sono inferociti. Un dossier sulla scolarizzazione dei piccoli rom mostra un panorama desolante: 40mila euro assegnati a una cooperativa per fare studiare tre mesi i minori degli insediamenti di Roma nord. Peccato che abbiano aderito solo due bimbi e il Comune ha speso una quella cifra per due soli studenti, neanche fosse un master ad Harvard. Per non parlare dei 100mila euro al mese versati, pari a oltre 1 milione e 100mila euro annui, per un villaggio attrezzato nel XV municipio. Pagano i romani. Che non ce la fanno più e ieri al funerale di Cory hanno gridato al sindaco «Buffone». «Non si è fermato neanche a salutarci», ha urlato una signora. «A questo non frega niente de Roma. Pensa solo agli zingari. Mica ai nostri problemi». di Brunella Bolloli