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Due pazienti ricoverati per la "febbre del Nilo"

Matteo Legnani
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A Lodi è allerta febbre del Nilo, o "West Nile Virus", una malattia infettiva che viene trasmessa all'uomo e agli animali – in genere cavalli e uccelli - attraverso la puntura di zanzare notturne (Culex pipiens). Di solito la puntura non è pericolosa, ma in alcuni casi, soprattutto nelle persone anziane, può causare gravi infezioni, come l'encefalite. Come nel caso di due lodigiani, ricoverati nel reparto di malattie infettive e tropicali dell'ospedale di Sant'Angelo Lodigiano. Erano arrivati nei giorni scorsi in ospedale con febbre alta e stato confusionale, in gravi condizioni, e sono stati sottoposti a complessi esami radiodiagnostici e sierologici che hanno accertato la malattia. La malattia può non venire riconosciuta, nei casi meno gravi, e vissuta dal paziente come un'influenza che dura circa una settimana, ma se non curata in alcuni soggetti può portare a encefalite, coma e morte. Un monitoraggio con esami genetici effettuato in luglio dall'Asl lodigiana su alcune zanzare appositamente catturate in luglio ha confermato che erano portatrici del virus. I due pazienti non hanno soggiornato all'estero. Il virus è diffuso in Africa, Europa, Asia e dalla sua prima comparsa nel 1999 a New York anche nel Nordamerica.

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