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Biancavilla, uomo ucciso a bastonate: fermata la moglie, forse non sono stati ladri

Giulio Bucchi
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Clamorosa svolta nell'omicidio di Alfio Longo, il 67enne trovato morto a Biancavilla, nel Catanese. È stata fermata la moglie, Vincenzina Ingrassia, che ha confessato il brutale assassinio. "Aveva scatti d'ira - ha spiegato agli inquirenti - l'ho ucciso perché ero stanca di subire". Non è stata dunque l'opera di ladri, come ipotizzato in una prima versione. Nella ricostruzione iniziale, l'uomo avrebbe sorpreso dei malviventi nella propria casa e dopo aver cercato di reagire è stato massacrato a bastonate sotto gli occhi della moglie. La donna, legata e immobilizzata, si sarebbe liberata dando l'allarme. Una versione che però non ha convinto gli inquirenti. La versione non ha retto - La donna 63enne aveva raccontato che due persone, armate di pistola, si erano introdotte nella loro casa e, dopo una breve colluttazione, avrebbero legato i due coniugi con delle strisce ricavate da un lenzuolo. Il marito, sempre secondo il racconto, non aveva ceduto alle minacce e non aveva rivelato dove la coppia custodiva i soldi. I malviventi, a quel punto, lo avevano picchiato e colpito a morte al cranio con un ciocco di legno raccolto nel giardino dell'abitazione. La donna, subito dopo, era riuscita a liberarsi ed a chiamare i carabinieri ai quali aveva poi raccontato quello che, secondo il suo racconto, era accaduto. È bastato il sopralluogo effettuato dagli uomini del Ris per mettere in luce le incongruenze del suo racconto. Lo studio dei dati tecnici fatto dai militari del reparto operativo unitamente a quelli del reparto crimini violenti ha poi confermato i sospetti. A quel punto gli inquirenti, coordinati dal magistrato della Procura etnea, hanno cominciato un estenuante interrogatorio che si è protratto per tutta la notte. Alla fine Vincenzina non ha potuto fare altro che ammettere le proprie responsabilità.

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