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Napoli, la scelta di Sergio Mattarella. Le motivazioni secondo gli addetti ai lavori

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Dopo l'inagurazione dell'anno scolastico da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avvenuta a Napoli nei giorni scorsi, in molti si sono chiesti il perchè di tale scelta. E' stata infatti la prima volta che tale cerimonia viene celebrata fuori dalle tradizionali sedi istituzionali e la scelta di Ponticelli periferia del capolupogo campano ha sorpreso gran parrte dell'opinione pubblica. La decisione - I dati che lo vedono come uno tra i luoghi maggiormente segnato dalla dispersione scolastica e microdelinquenza sono stati utilizzati per far apparire tale scelta come un atto di "bontà" e sensibilità nei confronti di un'ambientazione disagiata, con un deficit rispetto alle altre. L'analisi fornitaci da Angela Cortese, componente dell'ufficio di diretta collaborazione col governatore della Campania, dà un'altra dimensione a quanto avvenuto. Ci fa notare così, che la decisione dell'inquilino del Quirinale non è stata affatto frutto del caso, nè tantomeno un atto "caritatevole", ma bensì una preferenza. Qui al Sud, ricorda la prof. Cortese, le difficoltà sono maggiori ma nonostante tutto, nonostante la crisi, le riforme, i problemi del territorio la scuola continua a funzionare ed anche abbastanza bene; grazie allo straordinario corpo docenti, formato da straordinarie persone forti, che si mettono sempre in gioco, senza arrendersi mai. Ecco che così acquista un significato più ampio la frase del Presidente: La camorra e le mafie possono essere sconfitte. La camorra e le mafie saranno sconfitte. E voi, giovani di Napoli, sarete alla testa di questa storica vittoria. Ecco che così la scelta di Mattarella viene ricollocata nel giusto contesto; Napoli e la sua periferia sono state scelte per la forza che i cittadini hanno nel combattere le difficoltà e le malattie della società. La camorra e le mafie, come tumori del nostro Paese, vengono combattute da anticorpi, spesso nati prorpio nel meridione. Il Presidente della Repubblica, anche egli familiare di una vittima di cosa nostra (il fratello Piersanti), ha voluto ricordare qualche nome di questi eroi caduti combattendo, come il giornaista Giancarlo Siani o il giovane Davide Sannino (che dà il nome allo stesso istituto di Ponticelli), ha voluto dare dignità a questo territorio. Non bisogna infatti fermarsi alle apparenze nè ai nomi, che come ben ricordava Shakespeare altro non sono che solo nomi; quindi così come la rosa mantiene il suo profumo anche appellandola in altra maniera, allo stesso modo l'istituto di Ponticelli, deve raffigurare un mero simbolo di ciò che rappresenta, ovvero la scuola stessa. Non bisogna perciò porsi domande sulla scelta del posto, gli interrogativi sono altri: cosa fare per evitare la rottura generazionale di cui ha parlato Vincenzo De Luca? Come usare l'educazione scolastica contro la malavita? Perché, solo partendo dalle risposte a queste domande si muoveranno i primi passi contro le mafie; i primi passi verso la "vittoria". di Mirko Mazzola

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