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Vatileaks, Francesca Chaouqui: "Il Papa intercettato da Monsignor Vallejo". Poi l'accusa: "Intervista a Repubblica falsa"

Giulio Bucchi
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"L'intervista a Repubblica di Fabio Tonacci è falsa". Nuovo capitolo nei misteri di Francesca Immacolata Chaouqui, la lobbysta del Vaticano finita nei guai per lo scandalo Vatileaks 2 e la fuga di documenti segreti della Santa Sede. "Un off the records carpito per cortesia due giorni fa - spiega la Chaouqui su Facebook -. Ieri il giornalista che l'ha fatta mi ha tormentato, arrivati al ricatto che se non rilasciavo l'intervista avrebbe pubblicato "quello che voleva", l'ho letteralmente mandato a quel paese. Questo è il giornalismo che sa fare Repubblica. Che disgusto".  L'accusa al Monsignore - L'intervista, vera o "rimaneggiata", regala una notizia potenzialmente esplosiva: la Chaouqui infatti ammetterebbe che dietro alle registrazione e le intercettazioni a Papa Francesco ci sarebbe proprio monsignor Balda Vallejo, arrestato in quanto "Corvo": "È stato lui, io non ne sapevo niente. Lui stesso fece ascoltare un audio ai membri della Cosea, la commissione di revisione dei conti dei dicasteri della Santa sede, di cui ho fatto parte anch'io chiamata dallo staff di Bergoglio e della quale monsignor Balda era segretario". "Tutti rimasero esterrefatti, ma la cosa finì lì". Le ambizioni frustrate di Vallejo e Chaouqui - Sul suo rapporto con Monsignor Vallejo la Chaouqui è esplicita: "Eravamo molto amici, poi la scorsa primavera ha cominciato ad agitarsi, è come impazzito". "Non è un segreto che lui sperasse di ottenere il posto di revisore generale del Vaticano, per cui è stato scelto Libero Milone. Quando non è stato nominato, ha cominciato a fargli la guerra, cosa che probabilmente lo ha spinto a consegnare carte ai giornalisti". Per la cronaca, secondo alcune ricostruzioni anche l'ambiziosa Chaouqui potrebbe essere stata mossa da risentimenti personali, per la mancata nomina a portavoce di Papa Francesco. 

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