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Valeria Solesin, il racconto del fidanzato: "La tenevo stretta tra le braccia mentre moriva dissanguata"

Andrea Tempestini
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Nella serata di sabato, si sono appresi i risultati dell'autopsia sul corpo di Valeria Solesin, la veneziana uccisa al Bataclan di Parigi. I terroristi dell'Isis l'hanno colpita con una delle prime raffiche sparate, quando era insieme al fidanzato: la hanno colpita sparando dall'alto, e sarebbe morta per dissanguamento. Insieme a lei c'era il fidanzato, Andrea Ravagnani, che ha fornito una ricostruzione dell'accaduto agli amici e ai carabinieri di Venezia. La testimonianza del ragazzo è straziante. Valeria sarebbe morta lentamente, mentre veniva stretta tra le braccia di Andrea il quale, fingendosi morto, tentava di salvare oltre a se stesso anche la sua ragazza. "Un tempo interminabile" - Un colpo la ha colpita nella parte sinistra del viso, devastato nei pressi del labbro, della mandibola sinistra e del naso. Quindi il proiettile è sceso verso la spalla, per uscire attraverso la schiena, dopo aver perforato il polmone sinistra. Quando Valeria è crollata, Andrea la ha abbracciata: i due sono rimasti prigionieri all'interno del teatro. In quei minuti i jihadisti cercavano i sopravvissuti tra i cadaveri sdraiati a terra: li cercavano per, eventualmente, esplodere il colpo di grazia. Agli investigatori, Andrea Ravagnani ha spiegato: "È stato un tempo interminabile". Prima del blitz delle teste di cuoio, avvenuto intorno alla mezzanotte, sono passate infatti circa due ore.

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