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Sequestrano le case agli italiani e le danno agli immigrati

Giovanni Ruggiero
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«Potremmo arrivare a requisire le case sfitte per darle ai migranti». È la minaccia del prefetto di Treviso Laura Lega, infuriata con i sindaci del Carroccio che hanno deciso di non partecipare al vertice delle autorità locali sull' emergenza migranti. L' incontro c' è stato venerdì. E, come hanno riferito i sindaci presenti alla stampa locale, il prefetto ha ipotizzato misure straordinarie, come l' esproprio delle seconde case, se i Comuni non si danno una mossa. «Dovreste essere voi a protestare contro chi non è presente», ha detto il funzionario governativo, «la situazione diventerà sempre più grave e dovreste spiegarla ai cittadini». Già. Ma come si può far capire alla gente che lo Stato vuole confiscare case di proprietà per darle agli immigrati in attesa di asilo? Il Carroccio accetta la sfida del prefetto. E rilancia: «Se la sua non è una battuta, siamo pronti a raccogliere la provocazione», annuncia Toni Da Re, segretario della Liga Veneta. È stato lui a guidare la rivolta dei quaranta sindaci trevigiani della Lega. Che ora, di fronte alla minaccia prefettizia, non intendono indietreggiare. LEGA CONTRO LEGA Nella Marca operano 64 strutture ricettive che ospitano 1.400 stranieri. Sono tutti richiedenti asilo sottoposti a controlli sanitari e alla fotosegnalazione, hanno un permesso di soggiorno temporaneo (in attesa della verifica dello status di rifugiato) e possono circolare liberamente dalle 8 del mattino alle 20 della sera. Ne arriveranno altri. Lo scenario descritto dal prefetto ai sindaci lascia prefigurare nuove migliaia di migranti alle porte, per cui «ci vuole la collaborazione di tutti». Ci sono altre 1.428 persone da ospitare e, finora, sono arrivate soltanto 894 offerte di strutture ricettive. È stata messa a disposizione l' ex Caserma Serena, ma pure questa non è sufficiente. Insomma: i trevigiani con la seconda casa di proprietà vuota o si spicciano ad affittarla o possono pure iniziare a preoccuparsi. Ieri il prefetto è tornata sull' argomento: «I Comuni che non danno la propria disponibilità a una collaborazione per un' equa distribuzione di migranti sul territorio fanno scaricabarile su altri Comuni». L' invito ai leghisti a sedersi al tavolo con le autorità locali viene rinnovato: «Si tratta di fare pianificazione strategica sulle iniziative da assumere per il 2016 a fronte di flussi che sono ingenti e lo saranno ancora di più nei prossimi mesi». Voltare la faccia, ammonisce Laura Lega, «significa non assumere soluzioni che giocoforza devono essere trovate altrove». Treviso, come tutte le altre province, deve prendersi la propria parte di immigrati: «La quota di migranti è stata assegnata sulla base di una ripartizione matematica calibrata sulla densità della popolazione». E, si lamenta il prefetto, «in tutta Italia non c' è una provincia che esprima resistenze come sta facendo Treviso». Parole che non piaccione neanche ai sindaci di sinistra. Il primo cittadino di Silea, lasciando la prefettura, ha sbottato: «Due ore di lezione con tono arrogante, meglio andarse». «PROVOCAZIONI» Il Carroccio non molla il colpo. L' Aventino dei sindaci continua. «Le parole del prefetto si commentano da sole», risponde Dimitri Coin, segretario provinciale del partito di Matteo Salvini a Treviso, «Laura Lega dimostra di non aver ancora compreso le esigenze, i valori e le sofferenze di questo territorio». Certe minacce, come quella di «sospendere i requisiti di pienezza ed esclusività del diritto di proprietà» sono una «provocazione» nei confronti dei trevigiani. Per cui, continua Coin, «bene hanno fatto quei sindaci, democraticamente eletti a differenza di molte cariche dello Stato, a non presenziare o, se presenti, a manifestare il proprio disappunto». La protesta del Carroccio è criticata dagli ex leghisti che hanno aderito a Fare!, il momento del sindaco di Verona Flavio Tosi. «L' appello a disertare gli incontri col prefetto di Treviso non fa che confermare quanto irresponsabile e incoerente sia l' atteggiamento della Lega in tema di profughi», dice la senatrice tosiana Patrizia Bisinella. «La gente dovrebbe rendersi conto che così si gira semplicemente la faccia dall' altra parte, lasciando il problema immutato». Simili sparate, prosegue Bisinella, sono «totalmente diverse dalla linea che la Lega teneva quando, solo pochi anni fa, era forza di governo». I leghisti, conclude la tosiana, pensano a «protestare in modo inconcludente, a fare populismo per accaparrarsi i voti proprio da quei cittadini a cui fanno credere di risolvere il problema con il semplice no su tutto». Salvatore Dama

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