Abbassava il volume dei respiratori in ospedale: le davano fastidio. Una donna è in coma
Quando l'anestesista Loredana Mazzei era di turno all'ospedale Pugliese di Catanzaro, tutti i macchinari che aiutavano la respirazione dei pazienti dovevano essere silenziati, perché gli allarmi che scattavano quando i malati andavano in debito di ossigeno le davano fastidio. Per questa sua particolare sensibilità, Caterina Viscomi è entrata in coma e si trova in stato vegetativo da due anni. La donna, madre e oncologa, era in sala parto quando il suo respiratore ha segnalato il calo di ossigeno, ma nessuno ha potuto sentirlo perché l'allarme era stato impostato da meccanico a manuale. Mistica - La dottoressa Mazzei è morta per cause naturali all'inizio del 2015. Prima della sua morte, scrive il Corriere della sera, era stata iscritta nel registro degli indagati a luglio 2014 come unica responsabile delle lesioni cerebrali subite dalla collega Viscomi. Eppure nessuno l'ha interrogata. Sulla Mazzei non mancavano segnalazioni sulla stravaganza dei suoi comportamenti, tanto con i colleghi quanto con i pazienti. Una volta la rianimatrice Annamaria Grandi ha raccontato che la Mazzei aveva preso in braccio un bambino per portarlo in sala operatoria: "si inginocchiò davanti ai genitori dicendo: 'Siamo tutti nelle braccia degli angeli'". E sempre nel reparto di chirurgia pediatrica, poco prima di un intervento ha appoggiato l'imaginetta della Madonna sul petto di un bambino: "invitando la madre a pregare, dicendo che se fosse andato male, la Madonna avrebbe portato il figlio in cielo così diventava un angelo". L'inchiesta - Ora il marito della dottoressa Viscomi, tramite il suo avvocato, ha chiesto e ottenuto la riapertura delle indagini che rischiavano l'archiviazione, spinto dalla convinzione che: "ci sono altri medici, in concorso con la Mazzei, che dovrebbero rispondere del danno neurochirurgico subito da mia moglie".