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Domeniche a piedi sotto la pioggiaconi gelato vietati dopo mezzanottePisapia mette ko Milano

Città appiedata per l'ennesima volta: ristoranti e negozi semivuoti. E il sindaco comunista azzoppa pure la movida

Matteo Legnani
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Domeniche a piedi sotto la pioggia e coni gelato vietati dopo la mezzanotte. Qualcuno fermi il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, prima che ai milanesi venga una crisi di nervi e l'economia cittadina vada gambe all'aria. Andiamo con ordine: quella odierna è stata, per i milanesi che non hanno potuto "scappare" per il week-end, l'ennesima giornata senza auto. Tutti a piedi, o coi mezzi pubblici, o in bici. ma dato che sotto la Madonnina quest'ultima si è rivelata una forma di mobilità alternativa poco praticabile. Tutti coi mezzi, allora. Ma si perdonino quei pendolari che, stipandosi sui treni e sui bus extraurbani già durante tutta la settimana per andare a lavorare, hanno preferito trascorrere la giornata nel loro comune di residenza nell'hinterland (dove tra l'altro l'auto si poteva usare). Morale: bar, locali e ristoranti semivuoti, eccezion fatta per quel po' di turisti stranieri presente in città in questo periodo dell'anno. se crisi vuole la ditatura pedonale dovrebbe essere terminata, visto che causa casse comunali vuote Pisapia avrebbe rinunciato all'ultimo appuntamento domenicale, inizialmente previsto per metà luglio. Ogni domenica a piedi è costata infatti ai milanesi (tra turni extra dei vigili urbani e iniziative ludiche) circa 250mila euro.  Pisapia, però, non è persona che si scoraggi. E ligio al suo dovere di organizzare la vita ai milanesi se n'è uscito nei giorni scorsi con una ordinanza che vieta il consumo di cibo per strada nelle zone della movida (Navigli, corso Como, Brera, ecc...) dopo la Mezzanotte. Compresi i coni gelato. Sia mai, infatti che una pallina di fiordilatte cada a insozzare il marciapiede. I gelatai, che fanno affari praticamente solo in questo periodo dell'anno, ringraziano. Qualcuno faccia qualcosa, prima che ai milanesi venga un esauerimento nervoso e l'economia cittadina tra un divieto e l'altro vada gambe all'aria.

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