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Un aereo di Stato blocca Olbia:esplode la rabbia dei turisti

L'aereo di Stato

Il volo del ministro Mauro, che costa fino a 18mila euro l'ora, paralizza lo scalo sardo per aspettare l'elicottero di un generale

Nicoletta Orlandi Posti
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Un'ora fermi, seduti sui seggiolini roventi dell'aereo, ad attendere le manovre per far decollare un velivolo di Stato, un Airbus 319. È successo ieri pomeriggio, tra le 17 e le 18, all'aeroporto di Olbia, nel nord della Sardegna. Tra i passeggeri dei voli in partenza dallo scalo della Costa Smeralda il nervoso è montato piano piano. Turisti di ritorno dalle vacanze e qualche manager di passaggio si sono trovati intrappolati sui bus di raccordo agli aeromobili. Altri già seduti in aereo hanno sentito la voce del comandante annunciare ritardi per qualche inusitato motivo. Intanto i cartelloni elettronici degli arrivi e delle partenze entro lo scalo scorrevano regolari, come nulla fosse. «Non risulta alcun ritardo, tutti i voli stanno decollando e atterrando in base all'orario previsto» ha rassicurato una signorina del call center interpellata da Libero. Eppure quell'Airbus 319 ha creato fortissimi disagi ai passeggeri. Piazzato al centro della pista, immobile, quel colosso dei cieli che può contenere fino a 150 persone ha impedito arrivi e partenze per circa un'ora. Secondo informazioni raccolte da Libero l'aeromobile era fermo in attesa di un generale dell'esercito. A bordo erano già seduti il ministro della Difesa Mario Mauro, e il suo staff, che ieri erano in trasferta in Sardegna per una visita ufficiale.  La missione del ministro Mauro in Sardegna era nota da giorni, tanto che ieri numerose agenzie di stampa riportavano informazioni circa l'incontro ufficiale con la Brigata Sassari e il generale dell'esercito Manlio Sciopigno. Nulla di strano, dunque, che il ministro abbia preso un volo di Stato per rientrare nella Capitale. Certo, visti i costi di movimentazione del mezzo, viene da chiedersi se utilizzare un Airbus 319 sia il sistema migliore per far viaggiare i ministri. È un mezzo capace di contenere fino a 138 passeggeri, che solo per essere messo in moto costa ai contribuenti tra i 15 e i 18 mila euro all'ora. Non solo, di tassa di sorvolo - sempre a carico degli italiani visto che il volo è di Stato - sono stati sborsati 3500 euro andare, 3500 a tornare.  Ad ogni modo la scena cui hanno assistito gli sfortunati passeggeri presenti a quell'ora allo scalo di Olbia è stata la seguente: poco prima delle 18 è atterrato un elicottero, dell'esercito, che ha provocato i primi ritardi. Circa 50 minuti dopo - e nell'attesa tutti gli altri voli sono rimasti bloccati - è decollato l'Airbus di Stato, direzione Roma Ciampino, atterraggio previsto alle 19.30.  Tutto il pietoso teatrino, come spesso capita in queste situazioni di soggezione per la presenza di autorità, si è svolto nella mancanza totale di attenzione e rispetto per i passeggeri “normali”. I viaggiatori, che hanno pagato regolarmente il biglietto e aspettavano solo di rientrare dalle ferie o da una trasferta in Sardegna, sono stati tenuti all'oscuro di tutto, con scuse improvvisate e qualche bicchiere d'acqua di consolazione. Anche dall'aeroporto di Olbia, dove non è stato possibile parlare con l'ufficio stampa ma solo con un'addetta al call center, si è precisato che non «c'era da segnalare alcun disguido, che voli e partenze proseguono dalla mattina con regolarità».  Contattato l'esercito, per avere conferma che un generale delle forze dell'ordine si fosse imbarcato in quelle ore dall'aeroporto di Olbia, ci è stato detto che l'esercito non possiede Airbus, ma lo Stato sì. Dall'esercito hanno anche ammesso che in effetti il generale Claudio Graziano, che era in trasferta con il ministro Mauro in Sardegna, è atterrato con un elicottero attorno alle 18 all'aeroporto di Olbia, per imbarcarsi poi sull'A319 assieme a tutte le autorità. La maggior parte del ritardo e i disagi per i passeggeri “normali”, a quanto pare, sono stati dovuti all'atterraggio dell'elicottero su cui viaggiava il generale Graziano.  Pare, ma certo è come scaricare la colpa sull'ultimo della fila di una gerarchia lunghissima, che all'origine di alcune lungaggini nelle partenze e negli atterraggi ieri all'aeroporto di Olbia ci sia da annoverare anche un malfunzionamento della torre di controllo. I terribili incendi dolosi di queste ultime ore, che hanno distrutto ettari di profumata vegetazione sarda, avrebbero mandato in tilt anche gli operatori delle torri di controllo di tutti gli scali sardi. Costretti a gestire non solo l'ordinaria amministrazione, ma anche il via vai dei Canadair diretti a spegnere gli incendi. Una storia che puzza di bruciato. di Michela Ravalico

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