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La denuncia del neolaureato: "Così le cooperative trovano lavoro ai migranti", vergogna italiana

Giulio Bucchi
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Ecco le differenze tra italiani e immigrati. Più che di dolore, è un grido di rabbia quello di Matteo Mattioli, giovane neo-laureato che su Facebook ha denunciato la sua paradossale situazione lavorativa. Pubblichiamo qui il suo post integrale (condiviso anche dal leader della Lega Nord Matteo Salvini), dal leggere con attenzione: così nel nostro Paese si sta scatenando una guerra tra poveri senza precedenti. Un anno fa mi sono laureato in Viticoltura e enologia. Oggi sto facendo un tirocinio in provincia di Reggio Emilia, facendo molti sacrifici: percepisco 450 € di rimborso spese, nulla più. Ieri, nell'azienda dove sto lavorando, è venuto un rappresentante di una cooperativa di accoglienza della zona. Voleva proporre 3 ragazzi, che grazie al progetto Lift possono essere assunti, con un contratto di tirocinio, con un rimborso spese di 450 € interamente corrisposto dallo Stato, non dal proprietario dell'azienda (come nel mio caso). Quest'uomo ha aggiunto anche che i ragazzi usufruiscono di vitto e alloggio presso la struttura che lui rappresenta, e percepiscono anche un pocket money mensile di 75 € per le piccole spese. Io sono in camper da 5 mesi perché con il "rimborso spese" riesco si e no a pagarmi il cibo, loro hanno una camera e gli viene fornito pranzo e cena, oltre alla colazione. Ma la cosa più incredibile deve ancora arrivare... Sono andato a leggermi le condizioni di questo "progetto Lift" e leggo che gli immigrati non possono lavorare per più di 30 ore settimanali... Io ne lavoro 40! Siamo all'assurdo! Da domani chiunque abbia una ditta può avere manovalanza gratuita (che paghiamo noi cittadini) e non assumerà più nessuno, nemmeno un pulcioso neolaureato a 450 €, non gli conviene più. Paghiamo delle cooperative di accoglienza e gli immigrati che accolgono per prendere il nostro posto nel mondo del lavoro, e nessuno dice nulla?

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