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Nucleare, sotto il Gran Sasso una "bomba" di fabbricazione russa

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Matteo Legnani
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Una "bomba" di Cerio 144 con una potenza radioattiva pari a un quarto del Cesio 137 emesso nell'oceano dopo il disastro di Fukushima. In Italia. Di più, nel cuore dell'Italia. Servirà a predisporre l'esperimento "Sox" (che è la sigla di "Short distance neutrino Oscillations with BoreXino") nei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso. Roba da brividi, nonostante tutte le precauzioni e i protocolli di sicurezza adottati. Anche considerando che il cerio 144 proviene dal combustibile radioattivo di un reattore nucleare russo e la capsula che lo conterrà è il più grande contenitore di tungsteno mai realizzato, con uno spessore di 19 centimetri. Ed è stato costruito in Cina. Poi c'è la questione del trasporto: il materiale radioattivo, infatti, arriverà dal sito nucleare russo di Mayak al porto di San Pietroburgo in treno e di lì in nave a Le Havre, nel nord della Francia. Quindi, un trasporto su gomma condurrà il contenitore da venti tonnellate, in cui è inserito a sua volta il cilindro di tungsteno, al Gran Sasso, attraversando tutta la Francia e poi mezza Italia. Roba da brividi, appunto...

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