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Facci, tanto allarme per l' inquinamento che però è calato

Giovanni Ruggiero
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La polizia brancola nello smog: siamo già alla "nube tossica", come scriveva ieri LaPresse (tra altri) e come se fossimo a una post-Chernobil, o più banalmente a Pechino. Ma non si tratta, ora, di scrivere il solito articolo genere "e che sarà mai" solo perché pure quest' anno è arrivato ottobre con la nebbia e lo smog, si tratta solo, ogni tanto, di guardare anche a un bicchiere che è mezzo vuoto: della nebbia e dello smog che non ci sono più. Negli ultimi anni, infatti, sono calati incredibilmente: un buon motivo per abbassare la guardia? Ma neanche per idea: un motivo, però, per non incedere in sparate e allarmismi da morte imminente o da sterile caccia al colpevole. In questi giorni siamo tutti a strascico della "foto choc dallo spazio" pubblicata dall' astronauta Paolo Nespoli, dove si vede la Pianura Padana coperta da una coltre bianca che tutti hanno titolato come smog ("dal Piemonte al Friuli") anche se poi, nei resoconti più onesti, scopri essere nebbia con una percentuale di smog che resta un' incognita. Ma se queste sono cazzatelle, gli allarmi da film horror lanciati dalla giunta grillina di Torino («non aprite porte e finestre») hanno frastornato molti cittadini e sancito che tra i comuni italiani regna l' anarchia più assoluta, tanto che persino un torinese come Sergio Chiamparino, ieri, l' ha presa sul ridere: «Io apro le finestre, vado in bici e vado a correre». Ma il ministro dell' Ambiente Gian Luca Galletti, sempre ieri, già rideva meno: «Nel protocollo scientifico che abbiamo sottoscritto col Piemonte, la misura di chiudere porte e finestre non esiste». Che cosa esiste, dunque? I dati. Tanti dati. Nella storica Lombardia, per esempio, siamo passati dai 300 ug/m3 di pm 10 degli anni Settanta ai meno di 100 attuali (dati Arpa, unico ente titolato alle rilevazioni) e in sostanza, a Milano come a Torino, cinquant' anni fa l' inquinamento dell' aria era tre o quattro volte maggiore di oggi, tempo in cui lo smog è comunque migliorato soprattutto perché è progressivamente sparita l' anidride solforosa, quella che dava una tonalità rosacea all' aria e che provocava le piogge acide. Un' auto euro5, oggi, emette venti volte meno inquinanti di una vecchia euro0. I riscaldamenti a carbone sono scomparsi, quelli a gasolio sono stati perlopiù sostituiti dal metano (o gpl) e le fabbriche si sono spostate fuori dalle città o, purtroppo, all' estero. Infatti il vero problema dello smog di una volta, oggi, ce l' hanno i cinesi, che non vanno neanche più in bicicletta. Per il resto - e sono cose risapute, o meglio che dovrebbero esserlo - a produrre polveri sottili non c' è solo il traffico o il riscaldamento, ma i cantieri edili, cose come il sale antighiaccio, moltissimo l' agricoltura (le arature, i fertilizzanti azotati, i letami, i liquami) e persino i mezzi elettrici, che producono pm10 per il rotolamento delle gomme o delle ruote d' acciaio sulle rotaie. E c' è soprattutto la natura, visto che certe zone di pianura - come la Padana, ma anche la Valdarno fiorentina - hanno la particolarità di concentrare e non lasciar dissipare gli inquinanti. Pioggia e vento, come scriveva l' esperto Jacopo Giliberto sul Sole24 Ore, sono toccasana che la Pianura Padana non ha. Però, ecco, la Pianura Padana ha il vento di scirocco che porta le sabbie sahariane: quando arriva quello, i livelli delle polveri salgono da paura. Ecco perché, mentre a Torino gli inesperti grillini fanno chiudere porte e finestre (forse per la micro-criminalità imperante) gli amministratori più collaudati, ormai, si sono arresi anche all' inutilità dei blocchi del traffico, che, soprattutto in un giorno o due, non influenzano in alcun modo i livelli delle polveri. Insomma, moltissimo è stato fatto, moltissimo si potrebbe fare e moltissimo si deve fare: anche senza gli assurdi limiti imposti dalla Comunità Europea che continua a distribuire sanzioni a tutti. L' Italia ha comunque emissioni inferiori a molti altri paesi: la concentrazione di polveri è sì aumentata dal 2005 al 2009, ma poi ha ripreso costantemente a calare nonostante il grosso delle emissioni venga dal riscaldamento: quello che molti, al Nord, non hanno ancora acceso. Il traffico, in rapporto, inquina molto meno: ma l' uso dell' auto è in calo, e i ridicoli limiti di velocità chiesti per motivi (anche) ambientali farebbero solo inquinare di più; le rilevazioni hanno evidenziato che un limite di 30 all' ora in città - chiesto per esempio da molti ciclisti - farebbe aumentare le emissioni perché costringerebbe a usare marce più basse e a consumare più carburante. Il successo del bike sharing (quello serio, non quello gratuito) e dei mezzi pubblici efficienti, tra altre cose, è ciò che a Milano ha scoraggiato l' uso dell' auto. Ogni giorno, nella "capitale morale", la sola Linea 2 della metropolitana trasporta circa 550mila persone, quando l' intero Molise ha 314mila abitanti. E Milano, di linee, ne ha quattro. di Filippo Facci

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