Vittorio Feltri: risarcimenti a chi subisce occupazioni, i giudici ne fanno una giusta
Non tutti i giudici vengono per nuocere. Quelli del Tribunale civile di Roma hanno emesso una sentenza storica che, ci auguriamo, venga applicata nel suo significato rivoluzionario. Nel nostro sconclusionato Paese ogni giorno si occupano abusivamente alloggi privati i cui proprietari sono costretti a subire un'enorme ingiustizia senza potersi difendere in alcun modo. Sono disarmati di fronte ai delinquenti che vìolano la legge e nessuno li aiuta a tornare in possesso degli immobili, piccoli o grandi essi siano. I comuni se ne infischiano, lo Stato pure, così si consuma un delitto normalmente impunito. Ci sono persone, specialmente anziane, che vanno a fare la spesa al supermercato e quando rincasano trovano l'abitazione invasa da estranei. Non sono in grado, data la prepotenza dei mascalzoni, di tornare in possesso dei loro muri. Devono inchinarsi al sopruso. Spesso per avere un tetto sopra la testa si recano poi all'ospizio. Altri casi clamorosi: edifici di società varie o addirittura pubblici sono “rubati” da gente disperata e ridotti ad accampamenti inespugnabili. Chi paga i danni? Fino a ieri nessuno. Si sopportava, si fa per dire, ogni assalto al mattone con rassegnazione, come si trattasse di calamità naturale. Non c'era anima che reagisse. Adesso non sarà più così, almeno in teoria. Infatti la magistratura della Capitale ha esaminato la vexata quaestio e forse l'ha risolta dicendo che le vittime delle suddette occupazioni abusive vanno risarcite. Da chi? Dallo Stato che non è stato capace di evitare certi crimini contro la proprietà, notoriamente sacra. O l'autorità fa rispettare la legge, che non consente ad alcuno di appropriarsi di stabili o appartamenti non suoi, oppure se non ne è stato capace, è tenuto a indennizzare coloro che hanno patito il torto. Con quali modalità ciò avverrà non è al momento dato sapere. Vedremo. Ma il fatto inequivocabile che l'istituzione debba garantire la legalità è consolatorio. O evita che si consumino reati di questo genere oppure sarà indotta a ripianare le perdite delle vittime. Tertium non datur. Era ora. di Vittorio Feltri