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Milano, l'idraulico condannato a pagare l'assegno all'ex moglie: per il giudice il suo mestiere non è mai in crisi

Giovanni Ruggiero
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Non gli hanno creduto quando, opponendosi all'assegno di separazione che i giudici avevano stabilito dovesse versare in favore della ex moglie e dei figli nati dal matrimonio, ha dichiarato di essere disoccupato e di aver lasciato l'attività di idraulico. La Cassazione - prima sezione civile - ha rigettato il ricorso di un uomo e confermato così una sentenza della Corte d'appello di Milano, che dovrà quindi versare una somma di 600 euro mensili per il mantenimento dei figli - oltre al 50% delle spese extra - e di 200 euro per la coniuge separata. I supremi giudici, con una sentenza depositata oggi, hanno condiviso le conclusioni della Corte d'appello milanese, che aveva bollato come "poco credibili" le deduzioni dell'uomo sul suo stato di disoccupazione: quella dell'idraulico è "una professionalità sempre richiesta", un "settore che non conosce crisi", avevano rilevato i giudici, secondo i quali presumibilmente il papà separato svolgeva "attività di lavoro magari in nero" o disponeva di "accantonamenti". In ogni caso, si tratta di un "soggetto in salute, giovane, con capacità lavorativa specifica e che può adattarsi a reperire altro lavoro", ha stabilito la Corte, dopo una "valutazione comparativa dei redditi dei due coniugi e del tenore di vita coniugale goduto in costanza di matrimonio". Leggi anche: Briatore-Gregoraci, i dettagli choc prima del divorzio: spunta un contratto

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