Matteo Renzi, De Benedetti e le banche popolari, bomba giudiziaria: la Procura di Perugia apre un fascicolo
Una seconda inchiesta, un altro guaio (giudiziario) sul groppone di Matteo Renzi. Secondo il Fatto quotidiano, anche la Procura di Perugia guidata da Luigi De Ficchy ha aperto un fascicolo per fare luce sull'acquisto delle azioni delle banche popolari da parte dell'ex presidente del gruppo Espresso Carlo De Benedetti. All'origine dei sospetti c'è il colloquio avuto poche ore prima dall'Ingegnere con l'allora premier Renzi (era il gennaio 2015), che gli aveva anticipato l'imminente decreto salva-banche. Del caso si sta occupando anche la Procura di Roma ma ora Perugia interviene dopo l'esposto presentato d Elio Lannutti, presidente onorario Adusbef e oggi candidato per il M5S. Leggi anche: "Mi ha detto Renzi che si fa...", la telefonata-bomba dell'Ingegnere Finora l'unico iscritto nel registro degli indagati a Roma è il broker di De Benedeti Bolengo, a cui l'Ingegnere aveva confidato la dritta di Renzi ordinandogli di comprare azioni delle popolari in vista di un guadagno sicuro, cosa che puntualmente si verificò. Renzi e De Benedetti sono stati entrambi sentiti dagli inquirenti della Capitale come persone informate sui fatti. La Procura di Perugia, unica deputata a indagare sui colleghi romani, dovrà verificare "se i pm capitolini nell'istruire il fascicolo, abbiano commesso reati oppure no", spiega il Fatto, come chiesto da Lannutti nel suo esposto. Il dubbio è legato alla scelta della Procura di Roma di aprire, dopo l'informativa della Consob, un fascicolo modello 45, cioè per "atti per le notizie non costituenti notizia di reato".