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Pamela Mastropietro, la tragica telefonata alla mamma: "Morta? No, non è il suo corpo"

Giulio Bucchi
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"Ma come? I carabinieri di Macerata non mi hanno detto che il corpo trovato è quello di mia figlia. Mi hanno detto che non è sicuro. Ma com'è possibile? No, no, deve esserci uno sbaglio". È la drammatica telefonata tra la giornalista del Tempo e Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui corpo è stato trovato fatto a pezzi in due trolley in provincia di Macerata. La ragazzina era in un centro di recupero contro la tossicodipendenza a Corridonia, da cui si era allontanata volontariamente. Poi la morte, brutale: un nigeriano è stato fermato nella notte, si sospetta un "rito" o più semplicemente un regolamento di conti all'interno del mondo della droga. Sua mamma è sconvolta e incredula. "Non è possibile - dice ancora la donna alla cronista del Tempo , poco dopo le 19, quando la notizia sta per diventare di dominio pubblico -. Stasera (ieri, ndr) sarò a Chi l'ha visto? perché il corpo prima di domani (oggi, ndr) non me lo fanno vedere. Sono sconvolta, lo sanno prima i giornalisti? Stiamo scherzando? Mi hanno detto che ci sono forti indizi che sia lei, ma non è sicuro. No, non è sicuro". Pamela ha avuto gravi problemi di tossicodipendenza. Già in cura in una struttura di recupero a Roma, da dove era fuggita dopo due mesi e mezzo. Era lo scorso ottobre, ritrovata dopo un giorno era finita nuovamente in clinica. "Ora prego solo perché Pamela capisca che la vita è un dono meraviglioso!", aveva scritto su Facebook mamma Alessandra, tirando un sospiro di sollievo.

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