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Pamela Mastropietro, parla la criminologa Bruzzone: "Oseghale resterà poco in carcere"

Matteo Legnani
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«Se non c' è modo di mostrare la causa di morte, non può esserci omicidio. E dunque Innocent Oseghale, il pusher nigeriano accusato di aver fatto a pezzi il corpo della 18enne Pamela Mastropietro, potrebbe uscire dal carcere e cavarsela con pene piuttosto lievi». Questa l' ipotesi formulata dalla criminologa Roberta Bruzzone, alla luce degli esiti delle due ultime autopsie eseguite sul cadavere della ragazza. Due autopsie non sono bastate, forse ne servirà una terza. Sulla morte di Pamela non si riesce a fare chiarezza... «Che Pamela abbia assunto una dose importante di droga mi pare evidente, ma ancora il medico legale non ha chiarito se è morta di overdose oppure no. Per quello che riguarda il fendente al fegato e le lesioni al capo, restano elementi dubbi. Quello al fegato potrebbe essere stato il primo colpo dell' orribile sezionamento, mentre la botta alla testa non si può escludere sia stata conseguenza di uno svenimento. Credo che occorra davvero aspettare l' esito degli esami tossicologici, sperando riescano a dare le risposte attese. Non ci sono più liquidi da esaminare su quel corpo martoriato. Oltre a questo, il cadavere è stato contaminato con la candeggina e anche questo elemento può modificare i risultati». Oseghale nega di averla uccisa e anche di averla fatta a pezzi per poi chiuderla nei due trolley. «La sua attendibilità ha valore zero. Anche perché la versione della fuga dopo il malore della ragazza non regge: se sei preso dal panico, non hai la lucidità di andare ad acquistare bottiglie di candeggina per lavare le tracce. È stata anche operata l' asportazione di organi genitali e la ripulitura del pube. Nessun rito voodoo come ipotizzato all' inizio. Infine le valigie di Pamela, chi le ha portate fuori con dentro il cadavere a pezzi, se non lui?». Leggi anche: Nigeriani, parla il premier del Paese africano: non fatene più arrivare in Europa, sono pericolosi La prima autopsia esclude lo stupro. «La ragazza è fuggita dalla comunità senza denaro ed è salita secondo me a casa sua in modo volontario. Non avendo soldi per una dose, potrebbe essersi concessa a lui, visto che l' autopsia ha escluso la violenza. Poi potrebbe essere stata uccisa o morta per overdose». In casa del nigeriano sono state rinvenute tracce di sangue e i pantaloni di Pamela. «Secondo me lui da solo non può avere fatto a pezzi il corpo della ragazza. Non mi pare abbia gli strumenti... C' era qualcun altro con lui, oppure qualcuno gli ha spiegato come fare a tagliare il cadavere in modo da non lasciare tracce». La sua possibile scarcerazione ha sollevato molta indignazione... «Il gip, sulla base degli elementi raccolti, ha fatto bene a togliere l' omicidio tra i capi d' accusa di Oseghale, che rischia davvero di dover rispondere solo di vilipendio e occultamento di cadavere. In assenza di altre contestazioni, la carcerazione non potrà durare troppo. Non solo: se dovesse chiedere il rito abbreviato, rischierebbe una pena inferiore ai 5 anni». di Simona Pletto

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