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"Papa Ratzinger è morto". E' una bufala ma il segnale che i corvi sono tornati: panico in Vaticano

Eliana Giusto
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Nella serata di ieri, all'improvviso, le troupe della Rai muovono verso il Vaticano, per prendere posizione, nel caso in cui Papa Benedetto XVI sia davvero morto. Nelle redazioni dei giornali cattolici italiani si iniziano a cercare i coccodrilli scritti per celebrare il Pontefice emerito, per scoprire che nemmeno nei loro archivi ce n'è traccia. Non se l'aspettava nessuno. La bufala, rimbalzata sui social network, fatica perfino a trasformarsi in una fake news. La riporta solo un fantomatico Quotidiano del Lazio, senza enfasi. E nessuno la riprende. Leggi anche: Vaticano, Papa Francesco: Socci svela la vera reazione di Ratzinger alla lettera taroccata Tutto è fermo a un comunicato pomeridiano della Sala Stampa della Santa Sede: «Il Santo Padre, come fa in diversi occasioni, è andato questo pomeriggio a visitare Benedetto XVI per fargli gli auguri di Pasqua». Non avevano mica parlato di estrema unzione. Sembra tutto tranquillo. Ci si prepara alla Settimana Santa. E magari si superano proprio così le polemiche legate alla lettera con cui il predecessore di Papa Francesco, pur rivendicando una continuità fra il loro Magistero, rifiutava di prefare una serie di volumetti di teologia. Eppure, dopo la chiusura serale degli uffici di via della Conciliazione, decine di ecclesiastici sono tempestati di telefonate. L'elenco inizia con mons. Georg Gänswein, segretario di Joseph Ratzinger e dal 2012 prefetto della Casa Pontificia. Non riescono a rintracciarlo. E intanto si attende. La comunicazione della Chiesa cattolica naviga piuttosto a vista e per giunta in mari tempestosi. Soprattutto dopo le dimissioni di mons. Dario Edoardo Viganò, che si è caricato della responsabilità per il pasticcio della mezza rivelazione della lettera di Papa Ratzinger. Poi, verso le 20.30, anche chi ha diffuso il falso è costretto a dichiarare: «Ci scusiamo per notizia morte di Papa Ratzinger, una fonte che ritenevamo credibile ci aveva informato di questo drammatico evento ma a questo punto non avendo avuto conferme ufficiali siamo sicuri sia una notizia infondata e ci scusiamo ancora con i nostri lettori e fedeli». Qualcuno ci era cascato. E un errore può capitare a tutti. Rimane il fatto che qualcuno ci ha provato. È il segnale che un'altra stagione di corvi si sta preparando in Vaticano. Le antenne della Gendarmeria dovranno entrare in allerta per l'ennesima volta per evitare altri scandali, almeno durante le festività pasquali. Ma è proprio nelle occasioni di gioia che il demonio tenta di metterci lo zampino per dividere i cristiani e confonderne la fede. di Andrea Morigi

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