Trento, accolto a braccia aperte Ben Hassen: l'imam che augurò la morte a tutti coloro contro il profeta
Il controverso predicatore franco-tunisino salafita, Bechir Ben Hassen, è stato ospite della comunità islamica di Trento, dal 14 al 16 settembre. Una presenza contro cui il Trentino sembra non aver avuto nulla da ridire. Peccato che l'imam, seguito da oltre 34 mila seguaci sui social, sia un tantino estremista, al punto - come riporta Il Foglio - di augurare la morte per impiccagione a tutti coloro contrari al profeta. Ma non solo, perché il predicatore vanta una condanna di sei mesi per aver diffamato un professore svizzero e, addirittura, un arresto a Casablanca per essersi rifiutato di concedere alla ex moglie la custodia dei loro quattro figli. Leggi anche: Il partito islamico sfida l'Unione Europea Se in Italia la sua presenza non ha lasciato tracce, non si può dire lo stesso del Canada. Nel 2015, infatti, Ben Hassen è stato ricevuto dall'università di Laval, in Quebec. Un fatto, questo, che ha creato grande polemica: "È davvero sorprendente apprendere che quest'uomo, a cui è stata inibita la possibilità di predicare in Tunisia, rimosso da una moschea e arrestato nel 2013 dall'Interpol, abbia il diritto di venire a dire ai nostri accademici come prevenire la radicalizzazione. Per noi è chiaro: Bechir Ben Hassen non ha credibilità e non è il benvenuto in Quebec" si è affrettata a far sapere la deputata Nathalie Roy. Leggi anche: Ecco il comune dove le suore pagano e i musulmani no Si ricorda inoltre che Ben Hassen, in una conferenza pubblicata su internet il 10 gennaio 2015, ha giustificato l'attacco a Charlie Hebdo come "atto dovuto contro chi critica il profeta". Insomma, al nostro paese sembra che poco importi se il salafita in questione inneggi alla sharia. Anzi, forse sarà una coincidenza, che da quando ha fatto lui l'imam a Villiers, dal 2007 al 2010, quel luogo è diventato una fucina di jihadisti partiti dalla Francia alla volta del Medio Oriente.