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Torino, 57enne condannata perché insultava i vicini marocchini: "Fate schifo, siete dei diavoli"

Caterina Spinelli
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Guai per una 57enne torinese: la donna è accusata di aver reso infernale la vita dei vicini di casa marocchini. "Al proprio cane aveva dato il nome di nostra figlia, così ogni volta che insultava l'animale insultava anche la piccola - raccontano i diretti interessati -. All'altro nostro figlio, invece, rivolgeva offese dirette, battezzandolo bastardino marocchino". Non solo, perché la donna -  fa sapere Il Corriere Torino - si passava il pollice sulla gola per simulare uno sgozzamento. Non contenta, aggiungeva frasi come questa: "Hai bisogno di una lezione, sei mezzo bambino e mezzo diavolo, siete uno peggio dell'altro". Leggi anche: Islam, ex marito perseguita la moglie "Usciva spesso sul ballatoio portando con sé un vaso contenente incensi, un rosario e la foto di un santone simulando un maleficio verso l'abitazione della famiglia nordafricana" spiegano i testimoni. In altre occasioni gli insulti erano indirizzati alla mamma dei due fratellini: "Sporca, zingara, torna nel tuo Paese". Poi la donna era solita sputare addosso a grandi e piccoli. La torinese è stata dunque condannata a 2 anni e 1 mese di reclusione con l'accusa di atti persecutori. Questa, però, non sarebbe la prima denuncia per lei, che nel 2013, era già stata condannata a 2 anni e 6 mesi di carcere, proprio per la crudeltà nei confronti degli stessi vicini di casa. Leggi anche: Torino, stalker offre 1500 euro ma lei rifiuta A quanto pare la pena sembra non essere bastata: in  questi giorni si è infatti concluso il nuovo processo. I fatti contestati nella richiesta di rinvio a giudizio, depositata dal pubblico ministero Francesco Pelosi, si sarebbero verificati dal settembre 2015 al settembre 2017. Anno questo, in cui "gli atti persecutori" cessarono grazie alla "misura cautelare di allontanamento" emessa dal gip su richiesta del pm. Alle vittime di questa incredibile vicenda, assistite dagli avvocati Davide Vettorello e Marco Pugliese, il Tribunale ha riconosciuto una provvisione di 20mila euro.

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