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Ponte Morandi, la scoperta clamorosa tra le macerie: la prova, perché è crollato

Gino Coala
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È stato individuato, tra le tante macerie, il tirante che ha ceduto provocando il crollo di Ponte Morandi il 14 agosto scorso. Il reperto numero 132, sotto sequestro dentro un hangar e in partenza per Zurigo dove sarà sottoposto a una super-perizia, non è un detrito qualunque. Ma con ogni probabilità la principale prova sulle cause del crollo del Ponte Morandi. È quanto si legge sul Secolo XIX. Agli occhi degli investigatori dimostra non solo che il cedimento è avvenuto per una rottura degli «stralli» (nome tecnico dei tiranti, anima in acciaio e guaina in calcestruzzo); ma che quella lesione è stata determinata da una grave corrosione, a sua volta collegata a manutenzioni carenti. Leggi anche: Crollo Genova, sfollati tornano a casa: 2 ore per recupero beni La svolta è arrivata nel corso dell'incidente probatorio e, in base ai primi accertamenti, il tirante si è letteralmente «strappato» dalla sommità del sostegno, provocando il collasso dell'intera struttura. All'interno è stato scoperto, appunto, «un avanzato stato di corrosione» dei cavi, messo nero su bianco in una relazione per i pubblici ministeri Walter Cotugno e Massimo Terrile, titolari dell'inchiesta sulla tragedia. Alla luce di questa perizia potrebbero scattare nuove accuse. I militari del primo gruppo della Guardia di finanza - coordinati dai colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco - compileranno una nuova lista con altri nomi di tecnici e dirigenti che dovevano occuparsi della manutenzione sui tiranti e potrebbero essere indagate

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