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Bergamo, la chiesa dell'ospedale non andrà ai musulmani

Cristina Agostini
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La cappella degli ex Ospedali Riuniti di Bergamo rimarrà di proprietà della Regione Lombardia, la quale non cambierà la destinazione d' uso all' immobile con annesso convento. Era una chiesa e tale rimarrà, grazie alla denuncia di Libero. La conquista islamica, per stavolta, non avverrà. Sarebbe stato un atto discriminatorio sottrarre una chiesa agli ortodossi rumeni per consentire che diventasse una moschea. Dove sarebbero andati i cristiani del patriarcato di Bucarest a celebrare la messa? Leggi anche: "Tutti tacciono sulla disgustosa deriva islamica". L'incubo di Feltri L' eparchia d' Italia - la loro diocesi all' estero, in pratica - è costituita di oltre un milione di fedeli. Non è prudente anteporre a una comunità di stranieri un' altra che dispone già di un suo luogo di culto, la moschea di via Cenisio. Oltretutto, i musulmani praticanti in Italia scarseggiano, mentre ordinariamente le badanti rumene e le loro famiglie sono piuttosto devote. DIRITTO DI PRELAZIONE - E poi, sul patrimonio pubblico, decidono i poteri pubblici, fino a prova contraria. Perciò dove si prega «pentru sfanta cruce, pentru tara», per la santa croce e per la patria, si potrà invocare una benedizione anche per i responsabili della cosa pubblica che non hanno lasciato che alle radici cristiane degli orobici si sostituisse una presenza ostile. Fra questi, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenuto ieri sulla gara di aggiudicazione del complesso religioso appartenuto ai Cappuccini per garantire che «il simbolo della cristianità della cappella della chiesa Casa Frati di Bergamo sarà salvaguardato perché Regione Lombardia farà valere il diritto di prelazione». Tutto annullato, insomma, e nel pieno rispetto della legge, visto che «la chiesa dei Frati è vincolata dal ministero dei Beni culturali e la sua vendita può essere effettuata solo con le modalità disposte dal decreto legislativo n° 42 del 22 gennaio 2004 in materia di Beni artistici, il quale prevede che la compravendita del bene possa avvenire solo se lo Stato, la Regione o il Comune non eserciti il diritto di prelazione dell' acquisto. Diritto di cui la Regione ha intenzione di avvalersi», assicura il governatore. LO SCONCERTO DELLA CURIA - Chi aveva scritto il bando forse se n' era dimenticato, creando così un caso che ieri ha scosso l' opinione pubblica bergamasca, a partire dalla interna alla Curia vescovile fino ai più indifferenti in materia di fede. Per quanto riguara gli attuali ospiti, «ho già contattato telefonicamente padre Gheorghe Valescu, responsabile della comunità ortodossa rumena a Bergamo - conclude Fontana - per rassicurarlo e illustrargli le azioni che la Regione metterà in atto per consentire alla comunità di non perdere il loro luogo di culto».   Tutto bene, tranne che per il consigliere regionale del Pd, Jacopo Scandella, convinto che «evocare l' assegnazione della chiesa degli ex Ospedali Riuniti di Bergamo all' Associazione musulmani sia «istigazione a commettere un reato». Non dev' essersi accorto che, uno dei personaggi che guidavano la cordata della Mezzaluna è sotto processo per truffa, accusato di aver intascato denaro arrivato dal Qatar per la comunità islamica. Se è necessaria la certificazione antimafia per partecipare alleaste pubbliche, lo dovrebbe essere anche la trasparenza totale sulla natura dei finanziamenti. di Andrea Morigi

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