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Immigrati, brucia baraccopoli a San Ferdinando: un morto. Salvini: "Hanno preferito il degrado agli Sprar"

Giulio Bucchi
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Un immigrato senegalese, il 35enne "Aldo" Diallo, è morto in seguito all'incendio della baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, che ha carbonizzato le 15 abitazioni di fortuna del campo. Si tratta della terza vittima in poco più di un anno nella baraccopoli al centro della piana di Gioia Tauro, tra le "capitali" del caporalato dei braccianti extracomunitari. Gli immigrati rimasti senza un tetto sono già stati spostati in una nuova tendopoli, gestita dal Comune di San Ferdinando, a poche centinaia di metri dal luogo del disastro. E c'è chi parla di "tragedia annunciata" per le condizioni di degrado e insicurezza in cui vivevano gli immigrati.  "Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando - è il duro commento del ministro degli Interni Matteo Salvini -. L'avevamo promesso e lo faremo, anche perché illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa. Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità".

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