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I campioni dello sport docenti al primo Master per l'inclusione sociale dei minori a rischio

Giulio Bucchi
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Pino Maddaloni, Patrizio Oliva, Franco Porzio, Massimiliano Rosolino e Davide Tizzano: saranno i grandi campioni dello sport che si caleranno nel ruolo di esperti esterni per il master universitario di I livello in “Esperto in Educazione Motoria e Sportiva per inclusione sociale e la prevenzione del rischio” presso l'Università degli Studi Parthenope - Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere, la cui domanda di partecipazione scade il prossimo 27 febbraio. Un progetto messo in campo da Maria Luisa Iavarone - docente universitaria e mamma di Arturo, il 17enne accoltellato un anno fa in via Foria - che raccoglie una sfida formativa inderogabile: rendere gli educatori più capaci di fronteggiare atteggiamenti disfunzionali, provocazioni, sfide verbali e fisiche, disorganizzazione morale e valoriale dei nostri giovani. «Abbiamo bisogno di educatori che abbiano gambe e muscoli tonici, pronti a prendere di peso un ragazzino e riposizionarlo anche fisicamente al suo posto - dichiara Maria Luisa Iavarone, direttrice del master insieme alla collega Luisa Varriale - e lo faremo attraverso gli strumenti dello sport, con l'aiuto di olimpionici che hanno reso glorioso il nostro Paese nel mondo». Obiettivo primario del master è di consentire ai partecipanti di progettare e realizzare interventi a tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, supportando le famiglie nella prevenzione del rischio di devianza sociale e criminale, all'interno di strutture dedicate all'accoglienza di minori come case famiglia, comunità di accoglienza, istituti per l'esecuzione penale esterna, oltre che nelle più tradizionali società sportive e ricreative. Saranno previsti inoltre stage e tirocini a contatto con atleti, tecnici, manager e imprenditori del mondo sportivo «allo scopo di fornire un importante contributo alla comunità per la salvaguardia dei giovani, sempre più a rischio in un momento in cui il Paese è particolarmente toccato da episodi di efferata violenza», conclude Iavarone.

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