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Ong Mediterranea sfida l'Italia, recupera migranti e fa rotta su di noi. Matteo Salvini chiude il mare

Davide Locano
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Ancora una sfida di una Ong all'Italia e alla politica di Matteo Salvini, quella dei porti chiusi. Una nave è partita infatti da Palermo per pattugliare il Mediterraneo: si tratta della Mare Jonio della ong Mediterranea, che non paga ha sfidato anche la guardia costiera libica soccorrendo 47 immigrati su un gommone in avaria che si trovava in difficoltà a quaranta miglia dalle coste libiche, in zona Sar, dove dunque non avrebbe potuto operare. La nave battente bandiera italiana ha avvisato la sala operativa della Guardia costiera di Roma. Successivamente, senza attendere l'arrivo delle motovedette libiche come ordinato dal comando italiano e come previsto anche dalle regole di ingaggio, i volontari della barca hanno lanciato i giubbotti di salvataggio e fatto salire sulla Mare Jonio i naufraghi. Su Twitter hanno spiegato: "Li stiamo già soccorrendo. La cosiddetta Guardia costiera libica arrivata in un secondo momento, si sta dirigendo verso di noi". Dunque l'annuncio e la sfida finale: vogliono far rotta verso l'Italia. "Stiamo facendo rotta verso nord per evitare il maltempo, ci dirigiamo verso l'Italia dove chiederemo il porto sicuro per sbarcare queste persone scappate dai campi di concentramento libici", hanno fatto sapere. Leggi anche: Immigrati, il dossier dei servizi segreti: assist a Salvini Durissima la reazione del Viminale, di cui danno conto alcune fonti: "Il ministro Salvini sta per firmare una direttiva che sarà inviata a tutte le autorità interessate per stoppare definitivamente le azioni illegali delle Ong". La direttiva prevede la chiusura delle acque territoriali. "La priorità - dicono al Viminale - rimane la tutela delle vite ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell'autorità nazionale territorialmente competente secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare. Qualsiasi comportamento difforme può essere letto come un'azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani". Si profila, insomma, un nuovo braccio di ferro tra il governo italiano e una Ong.

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