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Napoli sotto choc per la bimba ferita nella sparatoria, in 1000 alla marcia per Noemi

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Giuliana Covella
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Più di mille persone hanno partecipato alla marcia anticamorra in piazza Nazionale «DisarmiAmo Napoli» organizzata da «Un popolo in cammino» con tante associazioni, familiari delle vittime innocenti della criminalità, sindacati e istituzioni. Assente invece la gente del quartiere, dove venerdì pomeriggio la piccola Noemi, 4 anni, ricoverata in Rianimazione al Santobono, è rimasta ferita per un proiettile che le ha attraversato i polmoni. «Non è possibile che la gente sia omertosa di fronte a quanto accaduto - tuona una donna riferendosi alle tante persone affacciate ai balconi in piazza - perché quello che è accaduto potrebbe capitare a chiunque e non è giusto voltarsi dall'altra parte». «Che nessun genitore sperimenti questa esperienza al limite - dice Maria Luisa Iavarone, in piazza insieme al figlio Arturo - la vita ha un valore supremo. Oggi Arturo è qui con noi, aspettiamo presto Noemi, perché anche lei sia parte di un grande popolo che ha scelto di liberarsi e di vivere libera perché questa storia ci deve insegnare molto di più di quanto non ci stia dicendo oggi». «Sono stato a questa manifestazione oggi a piazza Nazionale a Napoli - dichiara Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania - Siamo stanchi della violenza, della crudeltà di questi criminali, della malavita organizzata. Stanchi delle parole e delle promesse. Ero lì per testimoniare una reazione civile, sociale e culturale. Ero lì per mettere un argine agli impresari della paura, ai vacui slogan tardivi della politica romana. Ero lì per denunciare che mancano le risorse per scuola, cultura, welfare e lavoro. Ero lì per tallonare chi parla della resipiscenza civica sui social ma non è tra le persone. In cammino con le persone. Meglio esserci che discutere sempre sull'essere». Tante le testimonianze di chi ha perso un familiare a causa della criminalità, come i parenti delle vittime innocenti come Antonio Landieri, Gianluca Cimminiello e Palma Scamardella, che hanno preso la parola per ricordare il sacrificio dei loro cari.   Di Giuliana Covella

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