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Napoli in ansia per Noemi, "condizioni ancora critiche". La voce su Mattarella

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Giuliana Covella
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A tre giorni di distanza, le condizioni di Noemi, la bimba ferita in una sparatoria venerdì pomeriggio in piazza Nazionale a Napoli, sono ancora critiche. Un ferimento, quella della piccola di appena quattro anni, che domenica mattina ha fatto scendere in piazza le associazioni e le istituzioni per dire no alla camorra. Intanto fuori alla Rianimazione del Santobono, dove la minore è ricoverata, è un continuo andirivieni di familiari e rappresentanti politici. Mentre domani si ipotizza possa fare visita alla bambina anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sarà in città per un vertice internazionale con Spagna e Portogallo. Negli ultimi bollettini medici intanto si parla di «una ferita da guerra» riferendosi a quella sul corpo di Noemi, giunta venerdì pomeriggio all'ospedale pediatrico dopo che un proiettile le aveva trapassato entrambi i polmoni. A ipotizzarlo è stato ha detto Giovanni Gaglione, primario di chirurgia pediatrica del Santobono, che ha operato nella notte tra venerdì e sabato la piccola estraendole il proiettile calibro 9, del tipo “full metal jacket”, in cui il piombo interno è rivestito da un metallo più duro. Tenuto conto della gravità del quadro iniziale, emerge però come elemento positivo - secondo i medici - la stabilità del quadro ematologico. Non ci sono emorragie interne e la bimba non ha avuto bisogno di nuove trasfusioni. Tuttavia «la situazione rimane critica e la prognosi riservata», chiarisce Massimo Cardone, primario della terapia intensiva del nosocomio partenopeo. A preoccupare è la situazione dei polmoni, entrambi perforati, e dai quali non è stato possibile rimuovere tutti i microframmenti ossei e del tessuto del vestito. «C'è quindi un rischio di infezioni che stiamo combattendo con una terapia mirata di antibiotico», ha sottolineato Cardone.   Di Giuliana Covella

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