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Franco Gabrielli, il capo della Polizia azzera Roberto Saviano: "Noi siamo lo Stato". E su Matteo Salvini...

Davide Locano
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Troppo. Anche per il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che scende in campo per rispondere al fango versato da Roberto Saviano sulle nostre forze dell'ordine. Tutto nasce dal tweet con cui mister Gomorra accusava la polizia di essere "ridotta a servizio d'ordine" di Matteo Salvini. Un'accusa esagerata, dovuta al livore che Saviano cova nei confronti della Lega e del suo leader: lo scrittore, insomma, mette in discussioni l'autonomia della Polizia, sbandierando subdolamente il fantomatico rischio-regime che Salvini rappresenterebbe. Come detto, troppo. Per rispondere, Gabrielli sceglie un'intervista al Corriere della Sera, in cui premette: "Stiamo attraversando un momento particolare nella vita del Paese, vigilia di un appuntamento elettorale importante e caratterizzato da qualche tensione politica. Proprio per questo credo sia interesse di tutti non contribuire ad alimentarle, né coinvolgere nelle dispute quotidiane istituzioni di garanzia come la nostra, tirandole da una parte o dall'altra". Leggi anche: "Umilia la Polizia": Fedriga contro Saviano E ancora, Gabrielli aggiunge ciò che è ovvio per tutti tranne che per Saviano: "Noi siamo la polizia di Stato, non una polizia privata al servizio di questo o quel ministro". Si entra poi nel merito del tweet di mister Gomorra: "Si è trattato di accuse ingiuste e ingenerose", "come vertice di questa amministrazione posso provare fastidio e preoccupazione quando il ministro dell'Interno viene definito ministro della Malavita, ma non mi sono mai permesso di interloquire", aggiunge riferendosi al titolo diffamatorio con cui Saviano si rivolge a Salvini. "Se però la mia amministrazione viene chiamata in causa con affermazioni false - prosegue il capo della Polizia -, ho il dovere, oltre che il diritto, di reagire e di chiedere rispetto". E ancora: "Sono chiamato a servire lo Stato nell'interesse dei cittadini, ricevo le direttive del governo, sono sottoposto alla legge. Sono i tre capisaldi che ispirano la mia azione. In undici mesi di permanenza del ministro Salvini al Viminale - precisa - non ho mai avuto da lui indicazioni contrarie a questi principi", ha concluso Gabrielli.

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