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Papa Francesco, la bravata dell'elemosiniere fa infuriare il Vaticano: gli affari loschi nel palazzo occupato

Gino Coala
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Il gesto dell'elemosiniere di Papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski, avrà pure fatto sorridere e scatenato gli applausi dei 450 abusivi che dal 2003 occupano il palazzo in centro a Roma strappando i sigilli ai contatori della luce. Ma in Vaticano c'è chi ora ha ben poco per cui sorridere. Come riporta Franco Bechis sul Tempo, gli uffici della segreteria di Stato vaticana non hanno preso benissimo la brava del cardinale-elettricista. Anzi quel gesto è stato visto come inappropriato e controproducente per l'immagine della Santa sede, proprio nel pieno della campagna elettorale. Leggi anche: Vaticano, l'elemosiniere di papa Francesco rompe i sigilli alla casa occupata e riattacca la luce Il cardinale ancora oggi ha ostentato sorrisi e serenità, promettendo di pagare le bollette mai pagate per una somma di 300mila euro da chi occupa il palazzo. Certo, facile sorridere quando si è protetti dall'immunità diplomatica, visto che il cardinale fa parte del governo vaticano. Ogni eventuale accusa da parte di un pm per tutti gli articoli del codice penale che ha violato, difficilmente andrà avanti in un procedimento in tribunale. Al cardinale probabilmente sfuggono alcuni dettagli però dietro quella occupazione, di certo drammatizzata dalla presenza di famiglie con bambini. In quello stabile nessuno ha mai pagato l'affitto da almeno 15 anni, figuriamoci le bollette dovute all'Hera, società fondata e cresciuta nei comuni della rossa Emilia-Romagna, arrivate a 300mila euro. L'occupazione era partita nel 2003 da un gruppo di immigrati e dall'associazione Action, uno dei più imponenti movimenti romani specializzato nell'assalto di case sfitte, di altri. In quello stesso stabile però ci sono anche attività chiaramente commerciali, anche quelle abusive, usati dall'associazione Spin time labs, che organizza concerti e attività varie, naturalmente a pagamento.

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