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Luca Palamara, mercato delle toghe: "40mila euro per favorire una nomina"

Davide Locano
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Il pm della procura di Roma, Luca Palamara, al tempo in cui rivestiva il ruolo di componente del Csm avrebbe ricevuto 40 mila euro dagli avvocati Giuseppe Calafiore e Piero Amara per favorire la nomina di Giancarlo Longo a procuratore di Gela, non andata in porto. Una vera e propria bomba: è quanto emerge dal decreto della perquisizione disposta dalla Procura di Perugia nei confronti dell'attuale sostituto procuratore a piazzale Clodio. Negli atti giudiziari si legge che Palamara, "quale componente del Csm riceveva da Calafiore e Amara la somma pari ad euro 40 mila per compiere un atto contrario ai doveri d'ufficio, ovvero agevolare e favorire il medesimo Longo (arrestato nel febbraio del 2018 nell'ambito dell'inchiesta su corruzione in atti giudiziari dalla Procura di Messina, ndr) nell'ambito della procedura di nomina a procuratore di Gela alla quale aveva preso parte Longo, ciò in violazione dei criteri di nomina e selezione". Stando alla ricostruzione dei pm della procura di Perugia, l'imprenditore Fabrizio Centofanti ""era una sorta di anello di congiunzione tra Luca Palamara e il duo Calafiore-Amara". Centofanti, che ora risulta indagato per corruzione nel capoluogo umbro, "ha operato come rappresentante di tale centro di potere che ha svolto sistematicamente mediante atti corruttivi di esponenti dell'autorità giudiziaria".

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