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Mediterranea, l'ong di Casarini salva immigrati in barca a vela in acque libiche: guerra all'Italia

Davide Locano
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Ci risiamo. Dopo Sea Watch 3, ecco Mediterranea, la nave ong di cui il no-global Luca Casarini è capo missione. Un'imbarcazione a vela, la Alex, dell'organizzazione ha recuperato, ancora una volta in acque sar libiche, 54 immigrati che viaggiavano su un gommone. La barca a vela è stata inseguita da una motovedetta libica a lungo, la quale ha poi abbandonato la caccia. La vicenda è iniziata nel pomeriggio di giovedì 4 luglio: la Alex di Mediterranea in missione di osservazione nella zona Sar libica, prima ha individuato i resti di un gommone, dunque all'altezza delle piattaforme petrolifiche, un'altra imbarcazione con 55 persone a bordo, tra cui 11 donne e 4 bambini. Quindi il salvataggio, nonostante l'esplicita richiesta della guardia costiera di Roma, ovvero di lasciare il caso ai libici. Anche perché una barca a vela di 18 metri non è in grado di tenere a bordo decine di immigrati. Poco prima del soccorso, la nave di Mediterranea aveva segnalato la situazione sulla pagina Facebook: "Siamo in pattugliamento insieme ad Open Arms in sar libica, cioè la zona in cui la responsabilità di intervento in caso di naufragio sarebbe della cosiddetta 'guardia costiera libica'. Il nostro faro è come sempre il rispetto dei diritti umani. Nel corso del nostro pattugliamento abbiamo incontrato il relitto di un gommone. Quasi sicuramente un naufragio. Quanti morti non lo sapremo mai. Un relitto di un 'rubber boat' semiaffondato con tanto di motore. Nessuna indicazione di rescue completato. C'è la seria possibilità che si tratti dei resti di un naufragio "fantasma. Nel silenzio l'umanità muore. Senza testimoni", scriveva la ong. Leggi anche: Sea Watch 3, Salvini inchioda Casarini

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