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Carabiniere ucciso a Roma, tutto quello che non torna sulla morte di Rega: così vengono aiutati gli assassini

Caterina Spinelli
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Finn è un ragazzo riflessivo. L' unica spiegazione che posso darmi, se davvero risultasse coinvolto in modo diretto in questa tragedia, è che fosse terrorizzato e dunque può aver reagito in modo inconsulto». A poco meno di una settimana dall' omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, la famiglia di Finnigan Lee Elder, l' americano arrestato con l' accusa di omicidio insieme all' amico Christian Natale Hjorth, fa quadrato intorno al ragazzo. Ieri è arrivato da San Francisco il padre, Ethan, che ha chiesto subito di vedere il figlio. Quanto alla madre, Leah, che pure ringrazia le autorità italiane dell' assistenza medica prestata al figlio, non crede che «Finn» si sia macchiato del delitto: «Non l' ho mai visto sotto l' effetto di droghe, antidolorifici a parte». E anche Fabrizio Natale Hjorth, il padre dell' altro arrestato, Christian Hjorth, fa muro: «Siamo tutti pienamente convinti della sua innocenza». L' uomo ieri mattina ha incontrato il figlio nel carcere di Regina Coeli: «Incontro commovente, ma molto duro. Lui non si dà pace per quello che è successo. Gabriel non pensava assolutamente che potesse esserci uno scontro. Non sapeva che il suo amico fosse armato». Sulla benda fatta indossare al figlio, poche parole di circostanza: «Se ci sono responsabilità, saranno accertate». IL NUOVO FRONTE A dare più forza agli argomenti delle difese dei due americani, sono i continui colpi di scena sul fronte dell' inchiesta, che non fanno altro che aumentare i punti oscuri. Ieri, attraverso il suo legale di fiducia Andrea Volpini, si è fatto sentire Sergio Brugiatelli, l' uomo che, chiamando il 112 la notte tra il 25 e il 26 luglio scorsi per il furto dello zaino in piazza Mastai, a Trastevere, ha provocato l' intervento di Cerciello Rega e del collega Andrea Varriale. Nella nota, Brugiatelli nega di essere sia «un intermediario di pusher», sia «un informatore delle Forze dell' ordine». Quindi la ricostruzione di quanto accaduto quella notte: «Ho chiamato il 112 perché ho avuto paura. Quando ho chiamato il mio numero di cellulare, chi ha risposto non ha solo preteso denaro e droga per riconsegnare le mie cose. Mi hanno minacciato, dicendo che sapevano dove abitavo e sarebbero venuti a cercarmi». Da qui la decisione di non aspettare il giorno dopo - per sporgere la denuncia - ma di chiedere l' intervento del 112: «Nel borsello rubato, oltre al documento d' identità, c' erano anche le chiavi della casa dove vivo con mio padre, malato, mia sorella e mio nipote». Così, sull' onda della segnalazione, Cerciello Rega e il collega Varriale si sono presentati all' appuntamento nei pressi dell' hotel Le Meridien, dove alloggiavano i due ragazzi. Brugiatelli «non ricorda di aver detto subito dopo l' omicidio del vicebrigadiere, che gli aggressori fossero maghrebini. L' unica cosa che ha detto in quel momento è che si trattava di persone con accento straniero», ha aggiunto Volpini. Ieri la procura di Roma ha acquisito l' elenco dei turni di servizio all' interno della stazione Farnese. Obiettivo: confermare la presenza "operativa" di Cerciello Rega e Varriale nel turno "notturno". BENDA FUORILEGGE Il lavoro degli inquirenti prosegue. I carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nella stanza d' albergo dove alloggiavano Elder e Hjorth, a caccia di tracce biologiche e impronte digitali. In particolare nella zona del controsoffitto dove era stato nascosto il coltello utilizzato da Elder per colpire Cerciello Rega. La camera 109 resta sotto sequestro. Uno dei difensori di Elder, Roberto Capra, ha rivelato che il ragazzo «è provato». Parole pronunciate prima dell' arrivo del padre dell' arrestato, Ethan, sbarcato a Fiumicino proveniente da San Francisco. «Vorrei sapere la prassi burocratica per poter rivedere in carcere mio figlio», ha chiesto l' uomo ai funzionari di polizia. In serata l' altro difensore di Elder, Renato Borzone, ha esplicitato i dubbi della famiglia sulla «dinamica dei fatti: non mi risulta che la colluttazione sia avvenuta nei termini rappresentati dalle fonti investigative». Intanto è ufficialmente indagato per abuso d' ufficio e rivelazione di segreto d' ufficio il militare che ha bendato Hjorth in caserma. Gli atti sono stati trasmessi alla procura militare. di Tommaso Montesano

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