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Terremoto a Roma, parla l'esperto: "La natura fa il suo corso, perché ora la capitale rischia"

Davide Locano
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Dopo la scossa dell'altro giorno, Roma si interroga: il pericolo sismico è elevato? Delle risposte arrivano da Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), intervistato da Il Messaggero. Quando gli ricordano come a Roma negli ultimi anni si sono sentite più scosse che in passato, e se dunque qualcosa sta cambiando o se c'è solo una sensibilità più elevata, risponde: "Sono vere entrambe le affermazioni. E c'è un altro dato - rimarca l'esperto -: negli ultimi vent'anni ci sono stati più terremoti che in quelli precedenti. Purtroppo i terremoti a volte arrivano a grappoli. Pensi a Umbria-Marche 97-98, Molise 2002, L'Aquila, 2009, Emilia 2012, Amatrice-Norcia-Casamicciola 2016-2017, Molise 2018. Però tenga conto che all'inizio del secolo scorso si concentrarono soprattutto al sud, pensi alla Calabria". Doglioni ricorda poi come "la natura fa il suo corso. L'Appenino si dilata, 4-5 millimetri all'anno. È lo strappo di un tessuto che gradualmente si propaga". Dunque, Roma rischia di più? Ambivalente la risposta dell'esperto: "In tutta Italia bisogna costruire perché le case rimangano abitabili anche dopo un terremoto - premette -. E Roma ha una pericolosità sismica non elevata, ma ha un'alta esposizione, amplificazione e vulnerabilità. Per questo è importante la prevenzione", conclude il presidente dell'Ingv. Leggi anche: Il terremoto, trema l'Italia centrale

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