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Ilva, ora è ufficiale: ArcelorMittal deposita in Tribunale il recesso del contratto, addio Italia

Cristina Agostini
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Ora è ufficiale, ArcelorMittal ha depositato l'atto di recesso dal contratto di affitto. Con il ricorso, notificato una settimana fa agli ex commissari Ilva, la società, tramite i suoi avvocati, chiede "in via principale, di accertare e dichiarare l'efficacia del diritto di recesso dal contratto di affitto con obbligo di acquisto di rami d'azienda" dell'Ilva, compreso lo stabilimento di Taranto "sottoscritto inter partes il 28 giugno 2017" come dichiarato dal gruppo franco-indiano il 4 novembre scorso. ArcelorMittal tramite i suoi legali spiega di aver "esercitato il recesso in conformità alle applicabili disposizioni contrattuali subito dopo che la legge numero 128 del 2 novembre 2019 ha eliminato la protezione legale per le attività svolte nello stabilimento di Taranto". Per il gruppo franco-indiano "la protezione legale costituiva una tutela essenziale", perché consentiva loro di operare "senza incorrere in eventuali responsabilità (anche penali) conseguenti, tra l'altro, a problemi ambientali ereditati dalle precedenti gestioni societarie e commissariali dello stabilimento di Taranto". Leggi anche: "Qual è il vero obiettivo degli indiani". Sorgi, la sua inquietante verità: perché l'Ilva non ha speranze  Tra le istanze avanzate dal gruppo, anche il fatto che il Tribunale di Milano decida di dichiarare la "risoluzione del contratto perché è divenuto impossibile eseguirlo e o, comunque, ne è venuto meno un presupposto essenziale" e che in ogni caso "il contratto sia annullato per dolo o risolto per i gravi comportamenti e i seri inadempimenti" di Ilva in amministrazione straordinaria e delle società del gruppo, tutte in amministrazione controllata. Tra i motivi indicati dai legali di ArcelorMittal per la risoluzione del contratto, anche il fatto che "la sua esecuzione sia divenuta eccessivamente onerosa". Per i legali il contratto stipulato con gli ex commissari, alla luce di tutte queste circostanze, deve considerarsi dunque "risolto". L'atto di citazione è stato depositato questa mattina in Tribunale a Milano e adesso spetterà al presidente del Tribunale, Roberto Bichi, assegnarlo alla sezione specializzata per le Imprese, dopodiché il giudice che seguirà la causa fisserà un'udienza per discutere la vicenda nel merito.

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