"Sua maestà il Babà": da re Stanislao di Polonia la storia del dolce che arrivò a Napoli nel '700
C'è una storia antica da raccontare a pochi passi dal Museo Nazionale di Napoli. Una storia che sa di goloso, dove prende forma uno dei più tradizionali dolci della pasticceria italiana, il babà. Una delizia nata nel lontano ‘700 che rivivrà, giovedì 21 novembre, a partire dalle 20, nell'accogliente atmosfera della Pasticceria “Mignone” in piazza Cavour, 145. Riproponendo la storia e il sapore di origini reali del famoso dolce inventato da Stanislao Leszczyński, Re di Polonia e suocero di Luigi XV di Francia, i maestri pasticceri Ugo e Raffaele Mignone hanno organizzato un'originale degustazione dedicata a Sua Maestà il “Babà”. Con il famoso dolce in cattedra accompagnato da una buona cioccolata calda e tante bollicine per un brindisi finale, la serata offrirà la possibilità tra storia e golosità, di fare la conoscenza con una specialità dolciaria divenuta leggenda. Di origini reali la storia del babà è molto simile a quella di una favola con tanto di Re, corte e servitù. Stanislao Leszczyński, giovanissimo sovrano di Polonia dal 1704 per circa trent'anni e destituito dal potere, avendo al suo attivo un'imponente parentela con Luigi XV di Francia, che aveva sposato sua figlia Maria, ottenne al momento del suo allontanamento politico il Ducato di Lorena. Tuttavia, dato che il ducato si trasformò presto in una noiosa e cupa prigione dorata, al Re Stanislao non restò altro che trovare conforto e dolcezza nelle specialità dei pasticceri del posto, impegnati in una sorta di gara per sollevare lo spirito dell'ex regnante con i piaceri del palato, provando ad inventare una nuova specialità. Non sempre però le intenzioni dei maestri pasticceri davano i frutti desiderati tanto che al re veniva spesso servito il “kugelhupf”, un dolce tipico del posto, fatto con farina finissima, lievito di birra, burro, zucchero, uova e uva sultanina dalla pasta soffice e spugnosa. Stanislao, a dire il vero, questo dolce proprio non lo sopportava ritenendolo secco, nonostante i vari esperimenti effettuati con vino Madera, zucchero e spezie. Sempre convinto dei suoi grandi ideali, Stanislao spesso affogava le sue delusioni nel vino fino a giungere alla famosa acquavite derivata dalla canna da zucchero ed importata dalle Antille chiamata rhum. E fu proprio questa alcolica bevanda che un giorno, finendo accidentalmente su quel dolce lorenese tanto odiato dall'ex sovrano, a far nascere di fatto una memorabile specialità dolciaria dal caldo e intenso profumo. Appena assaggiato, quel nuovo portento di pasticceria fortuitamente materializzatosi sotto i suoi occhi ed incuriosito dall'insolito connubio, rhum e pasta, lo sconsolato ex regnante trovò finalmente un nuovo motivo di vita abbandonandosi all'indescrivibile piacere derivato dall'assaporare un babà, nome ben presto confezionato dallo stesso re polacco ispiratosi ad Alì Babà protagonista del racconto tratto da “ Le mille e una notte”. Il babà da Lunéville nella regione della Lorena arrivò presto a Parigi, nella celebre pasticceria Sthorer. Il viaggio dalla capitale francese a Napoli il babà lo fece grazie ai cosiddetti “monsù” (prestigiosi chef al servizio delle più nobili famiglie napoletane) che lo modellarono dandogli la famosa forma a fungo. di Giuliana Covella