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Gaia e Camilla, la sconcertante confessione dell'amica: "Scavalcare il guardrail? Lo facciamo tutti"

Gabriele Galluccio
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"Vado lì ogni giorno, accanto a quel guardrail pieno di fiori. Mi siedo e penso a Gaia, alla mia amica che non c'è più. E rifletto su quanto siamo incauti noi ragazzi". Si apre così l'intervista de La Repubblica a Cecilia, una coetanea di Gaia Von Freymann, la 16enne travolta e uccisa insieme a Camilla Romagnoli da Pietro Genovese in Corso Francia. Per approfondire leggi anche: Pietro Genovese, parla l'amico che era con lui La ragazza svela che attraversare in quel punto così pericoloso e in quel modo avventato è una bruttissima abitudine: "L'ho fatto anche io. Prendi la rincorsa, scavalchi il guardrail e corri più veloce che puoi dall'altra parte. Perché? Per fare più in fretta a raggiungere i tuoi amici, per non fare tardi sulla via del ritorno a casa. O forse, e lo so che è stupido, perché è divertente". Intanto però due ragazze hanno perso la vita per un azzardo e poco importa se "finora nessuno dei miei amici aveva avuto un incidente". Gaia e Camilla non ci sono più, così come rovinata è la vita di Pietro Genovese. "Quando quella mattina mia madre mi ha svegliato - racconta Cecilia a La Repubblica - dicendomi che Gaia era morta travolta da un'auto su Corso Francia, ho capito subito dov'era accaduto l'incidente. Ho tremato, sarebbe potuto accadere a me. È assurdo che debbano morire due ragazze per insegnare a noi adolescenti a non rischiare la vita".

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