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Coronavirus, colonia cinese in Africa: "80mila soggetti ai raggi X". Lo scenario più spaventoso per l'Italia

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Caterina Spinelli
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Il coronavirus si dilaga in tempo record. Ora la minaccia più pericolosa per l'Italia non è la Cina, là da dove l'epidemia arriva, bensì l'Africa. Negli ultimi dieci anni il Continente Nero è diventato un'immensa colonia cinese grazie ai 270 miliardi di dollari con cui Pechino - spiega Il Giornale - ha foraggiato la costruzione di porti, strade, dighe e ferrovie. La Cina, per il Parlamento Ue, ha finanziato il 18,9 per cento delle grandi opere sorte in Africa tra il 2010 e il 2018 e ne ha realizzato il 33,2 per cento. Mosse che hanno portato ad avere sul posto forza lavoro cinese con tanto di attrezzature e strumenti. Ed ecco che subentra il vero problema: in Africa, oggi come oggi, i cinesi superano il milione. Leggi anche: Coronavirus, Maria Teresa Meli a L'aria che tira: "Il governo ha creato il panico" Non solo, perché il discorso vale anche al contrario: grazie alle borse di studio elargite dalla Cina, nelle università di Pechino risiedono 80mila studenti africani, di cui almeno 4.600 si trovano a Wuhan epicentro del contagio. La caratteristica di studenti e lavoratori è proprio quella di viaggiare contribuendo così alla potenziale diffusione di un coronavirus che in Africa troverebbe una situazione sanitaria parecchio precaria. Particolarmente inquietante - prosegue il quotidiano di Alessandro Sallusti - per l'Italia è la lista dei 13 Paesi africani (Algeria, Angola, Costa d'Avorio, Congo, Etiopia, Ghana, Kenya, Mauritius, Nigeria, Sud Africa, Tanzania, Uganda and Zambia) più minacciati dal contagio secondo la stessa Oms. Stando ai dati del Viminale in testa agli arrivi vi sono, infatti, i migranti di Algeria e Costa d'Avorio. Mentre restano assai frequenti anche gli arrivi da Ghana e Nigeria. Insomma, una vera emergenza globale.

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