Cerca
Cerca
+

Coronavirus, Pierluigi Lopalco: "Attenti agli ospedali. Quelli di provincia non sono attrezzati"

Cristina Agostini
  • a
  • a
  • a

"Questo aumento dei casi è esattamente quello che ci si aspetta da un virus che si trasmette per via respiratoria", dice Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all'Università di Pisa, in una intervista a Il Fatto quotidiano: "I calcoli fatti fin da gennaio ci dicono che ogni 6 o 7 giorni i casi raddoppiano. Significa che ogni settimana c'è un aumento esponenziale degli stessi. Numeri che valevano per la Cina e ora anche per l'Italia". Infatti in Italia c'è un numero di contagi da coronavirus sei volte superiore a quella degli altri Paesi europei. "Allora domando: non è che in Germania sta circolando il virus ma i tedeschi, e anche gli altri Paesi, stanno cercando solo i contatti con la Cina e non stanno verificando tutti quelli che hanno la polmonite negativa per influenza, che poi si rivelano casi di Covid-19?", si chiede Lopalco.  Leggi anche: "E quel paziente come lo trovi?". Capuozzo asfalta il viceministro Sileri, disastro-coronavirus: in che mani siamo Intanto noi dobbiamo attendere e osservare: "Se il caso zero è rimasto nella stessa area, si può contenere la diffusione. Se, invece, ora è in Campania è probabile che abbia creato una nuova catena di contagio lì e noi ancora non lo sappiamo. Ma se non siamo riusciti a trovarlo finora, difficilmente lo troveremo". Occhio poi ai piccoli ospedali: "Provi a chiamare il direttore sanitario di un qualsiasi ospedale di provincia e gli domandi se nell'ultima settimana ha fatto un'esercitazione o ha valutato quanti posti sono disponibili in rianimazione in caso di emergenza. Le dirà di no, perché nessuno ha detto loro come affrontare la questione", attacca. E ancora: "Non sono preoccupato per il Sacco di Milano o lo Spallanzani di Roma, ma di tutta la provincia in cui ci sono strutture assolutamente impreparate. Fin quando i casi sono pochi, li si mette in ambulanza e li si manda al Sacco. Ma i numeri saranno simili a quelli di una epidemia influenzale, 10 o 15 casi di infezione al giorno in ogni cittadina, saremo pronti?".

Dai blog