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Coronavirus, le conseguenze per i genitori separati: come gestire i figli durante l'emergenza

Davide Locano
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L'allarme Coronavirus ha travolto tutti: chi riesce a controllare l'agitazione e chi non parla o pensa ad altro. A ogni modo, al di là di come le misure preventive attualmente in vigore verranno gestite e al di là di come la situazione evolverà, è importante non amplificare il problema e gestire i minori, le loro giornate e i loro sentimenti con razionalità. Come fare se mamma e papà sono separati o divorziati? Prima di tutto, è necessario gestire la giornata e l'accudimento dei minori perché la maggior parte delle scuole sono chiuse e quasi tutti i corsi sportivi e ludici sono sospesi. In linea di massima, la legge prevede che l'organizzazione del tempo dei figli è rimessa ai genitori ciascuno nei periodi di rispettiva permanenza dei minori presso di sé, comunicando all'altro genitore come ci si è organizzati (per esempio lasciando i bambini dai nonni, aumentando le ore della baby-sitter e così via). Tuttavia, in questo specifico caso, e anche considerato che non è chiaro fino a quando le misure preventive saranno in vigore, è opportuno e intelligente che i genitori elaborino insieme un calendario e un'organizzazione per questi giorni, mostrando uno verso l'altro maggior disponibilità, collaborazione ed elasticità. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile strutturare un progetto di gestione dei figli a lungo termine. Naturalmente resta fermo il diritto, per il genitore che eventualmente ha rinunciato ai tempi di frequentazione con i bambini, di recuperare i giorni e le notti perse. Magari quando si saranno calmate le acque. È possibile, poi, che in questi giorni di allarmismo collettivo, un genitore intenda sottoporre i bambini a visite mediche per verificare lo stato di salute dei minori. La legge prevede che, salvo si tratti di una situazione di particolare urgenza, questa decisione debba essere condivisa e concordata dai genitori, anche al fine di dividerne la spesa. Per esempio, se un papà intende portare la figlia a una visita medica da un dottore privato, potrà certamente farlo, ma prima dovrà confrontarsi sulla scelta del professionista con la mamma e avere il suo consenso (ovviamente lo stesso discorso è valido a parti invertite). Dopodiché la minore potrà fare la visita e il genitore che ha anticipato il costo ne potrà pretendere il rimborso da parte dell'altro genitore nella misura tra loro concordata o scelta dal giudice (normalmente il 50%, ma ogni caso è a sé e ogni famiglia ha le sue regole e i suoi provvedimenti che regolamentano la gestione della prole). La stessa ripartizione delle spese sarà da applicare anche ai medicinali eventualmente prescritti dal pediatra e che dovranno, quindi, essere acquistati. La disciplina è, invece, diversa per i farmaci da banco. Il costo di questi ultimi, infatti, è compreso nell'assegno di mantenimento ordinario che il genitore non collocatorio versa al genitore con il quale i figli vivono, per contribuire al loro mantenimento. Quindi se, per esempio, la mamma collocataria decide di comprare degli integratori per alzare le difese immunitarie dei figli, questo costo sarà contemplato nell'assegno corrisposto dall'altro genitore a titolo di contributo al mantenimento ordinario dei figli. Al di là di tutto, in un momento di allerta nazionale, è auspicabile che i genitori accantonino le rispettive rivalse, lasciando spazio a fattiva collaborazione e costruttiva elasticità organizzativa. Se, tuttavia, questo non è possibile quelle sopra descritte sono le norme generali, alle quali attenersi per dirimere le controversie tra mamma e papà e poter, così, gestire la nuova – e temporanea – organizzazione giornaliera dei minori. di Avv. Marzia Coppola [email protected] Studio legale Bernardini de Pace

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