Delitto di Milano, confessano gli assassini dell'omicidio di Mahtab Savoji
Fermati dagli inquirenti, hanno raccontato il loro folle viaggio con il corpo della ragazza rinchiuso in una valigia. Lecco e Venezia le tappe
Un cadavere trasportato in un trolley per dodici ore: indifferenza, crudeltà, sfrontatezza e freddezza. Rajeshwar Singh e Gagandeep Kaur, 28 e 30 anni, hanno confessato. Sono loro gli assassini di Mahtab Ahad Savoji, 29enne iraniana studentessa all'Accademia di Brera. L'hanno soffocata, hanno nascosto il suo corpo all'interno di una valigia. Sono usciti di casa e hanno preso un treno per Lecco: bagaglio alla mano, si sono mischiati ai pendolari che ogni giorno percorrono quella tratta per motivi di studio o lavoro. Avrebbero voluto liberarsi della vittima gettandola nelle fredde acque del lago ma il loro piano è andato in fumo per la presenza di troppi testimoni. A Venezia - Con la stessa raccapricciante freddezza sono allora ripartiti alla volta di Venezia. Questa volta hanno finto di essere una delle tante coppie che scelgono di trascorrere una vacanza romantica tra i calli e i canali della Serenissima. Arrivati alla stazione di Santa Lucia, dove sono stati ripresi dalle telecamere a circuito chiuso, si sono imbracati su un vaporetto e hanno raggiunto il Lido. Qui hanno aspettato il tramonto e, coperti dal buio della sera, hanno estratto il cadavere dalla valigia per buttarlo nel Mar Adriatico: cosa si saranno detti in quei momenti? Il taxista che li ha accompagnati nel ritorno a Milano li descrive come assonnati e annoiati dalla durata del viaggio: "Sbadigiliavano e, a un certo punto, si sono addormentati", racconta in un'intervista al Corriere della Sera. Gurda il video della confessione choc su Libero TV Chi erano? - Di origini indiane, lui portiere d'albergo e lei cameriera. I vicini di casa li descrivono come una coppia strana, molto litigiosa: "Capitava spesso che urlassero, li sentivamo gridare e, nel corso di una di queste liti, la ragazza era rimasta ferita". In quell'appartamento di via Pericle 5, nei pressi del trafficato viale Monza, avevano ospitato diversi coinquilini: subaffitavano una stanza per riuscire a sostenere la spesa dell'affitto. In tanti, in passato, erano scappati quell'abitazione spaventati dalle risse tra i due. Mahtab, che una professoresssa descrive come "timida e mite", aveva provato a resistere. Negli ultimi tempi, Intimorita dalle insistenti avances dell'uomo, si era però rivolta a un'amica per cercare un'altra sistemazione. Lunedì 27 gennaio, probabilmente verso le 14, il tragico delitto. Il movente è ancora da chiarire.